Conoscenze degli insegnanti e diversità degli studenti
(Teacher Knowledge and Student Diversity)
Quest'ultima sessione è stata assai deludente nonostante il titolo allettante. Nella discussione infatti si sarebbe dovuto parlare delle conoscenze che gli insegnanti hanno delle diversità degli studenti che hanno in classe. Ci si aspettava un'analisi rigorosa, attraverso modalità implicite ed esplicite, di quanto sanno gli insegnanti, dei pregiudizi e delle resistenze che esistono di fronte a comportamenti e reazioni diversi dai loro, inattesi, inimmaginabili. Una tale analisi è indispensabile per evitare grossolani errori di giudizio, per debellare conflitti, incapacità di ascolto e di dialogo con studenti diversi da quelli stereotipati e con le loro famiglie. Analisi di questo tipo sono rare. In generale prevale un discorso a difesa degli insegnanti, che esalta la loro dedizione, il loro impegno. Oltrepassare questa barriera discorsiva con uno studio accurato delle interazioni e delle rappresentazioni degli insegnanti sembra un compito impari. Eppure, se si intende trasformare dilettanti dell'educazione in professionisti dell'insegnamento occorre fare questo passo.
Dagli interventi di questa sessione sono emerse poche indicazioni a questo riguardo, ma si è anche ammesso che nella formazione degli insegnanti si è in grave ritardo per quel che riguarda l'adozione e l'uso di metodologie d'avanguardia d'osservazione e di analisi. Poco si sa di quel che fanno gli insegnanti in classe, di come insegnano. Il lavoro degli insegnanti in aula è ancora una scatola nera. Per molti va bene così, anzi si dovrebbe continuare a preservare il mistero di una relazione del tutto speciale, quella che si instaura nelle aule con gli studenti, contro le pretese degli innovatori e dei ricercatori di conoscere, di ficcare il naso in faccende che non li riguardano.
Non sono state presentate relazioni scritte. Ci sono stati solo commenti orali da parte di specialisti di vari ambiti disciplinari, attivi in gran parte nei TERC, "Technical Education Research Centers", quali:
- Deborah Loewenberg Ball (University of Michigan) dball@umich.edu
- Beth M. Warren (TERC) beth_warren@terc.edu
- Ann Rosebery (TERC) ann_rosebery@terc.edu
- Folashade Cromwell Solomon (Harvard University) cromwefo@gse.harvard.edu
- Josiane Hudicourt-Barnes (TERC) josiane_hudicourt-barnes@terc.edu
- Christopher George Wright (Tufts University) Christopher_G.Wright@tufts.edu
- Eli Tucker-Raymond (TERC) eli_tucker-raymond@terc.edu
- Yolanda J. Majors (University of Illinois - Chicago) klenhart@uic.edu

Gli interventi esprimevano in gran parte il punto di vista di attivisti nel campo dell'educazione scientifica e tecnica e dell'insegnamento della matematica.
E' mancato spessore teorico nelle relazioni, i punti di vista espressi erano il risultato dell'ascolto dei pareri degli insegnanti. Il tutto molto deludente.
Il dibattito è stato presieduto da Arnetha Ball, professore di scienze dell'educazione a Stanford.