LA SCUOLA AI TEMPI DEL CORONA VIRUS

Questo numero della Rivista Telematica ADi è interamente dedicato ai temi della scuola ai tempi del corona virus, con l’obiettivo di allargare l’orizzonte oltre i confini nazionali. Questa emergenza ci ha infatti offerto la rara opportunità di toccare con mano, a livello mondiale, i limiti dell’insegnamento scolastico (nulla è più globalizzato dell’istruzione), e insieme ripensare ciò che vale davvero la pena insegnare e come farlo. Un invito pertanto a immaginare insieme ciò che non sarà più come prima, aiutati dalle idee di prestigiose personalità a livello internazionale.

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ADi: SIA LA SCUOLA UNA PRIORITÀ. INDICAZIONI PER LA RIAPERTURA  A SETTEMBRE

ADi esprime profonda preoccupazione per la lunghissima sospensione delle attività didattiche in presenza, e sconcerto per il fatto che la scuola non sia stata ancora assunta dal Governo come priorità nazionale. Nulla si sta attualmente facendo perché almeno dalla 1^ settimana di settembre tutti gli alunni e studenti possano ritornare nelle loro scuole, anche se non a pieno ritmo. A questo fine ADi  ha redatto un testo che vuole essere un ragionato contributo alla definizione delle condizioni per il rientro a scuola, da 0 a 19 anni, in un tempo ancora di “fase 2”, cioè di convivenza con il virus. E tanto c’è da realizzare subito! Non si perda altro tempo e  gli Istituti scolastici autonomi si facciano protagonisti dell’accelerazione dei tempi del rientro nelle migliori condizioni possibili.

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BUON LAVORO AL COMITATO DI ESPERTI

La Ministra Azzolina ha  istituito il 21 aprile u.s. un Comitato di esperti che dovrebbe  formulare proposte entro il 31 luglio per l’avvio del prossimo anno scolastico. Un compito arduo, che dovrà, noi ci auguriamo, fare assurgere la scuola a priorità nazionale. La speranza è che il comitato, coordinato da persona esperta e con un’impostazione internazionale e nel quale sono presenti personalità capaci e competenti,  non  rimanga chiuso in una visione provincialistica,  guardi anche agli altri Paesi, attivi uno scambio proficuo  di soluzioni, e soprattutto sia consapevole che le soluzioni passano non solo dal quando e dal come ripartire, ma anche dal cosa insegnare. Senza interventi anche radicali sui curricoli (less is more!), si rischia di approfondire disuguaglianze e lasciare indietro tantissime ragazze e ragazzi.

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RINVIO DEL SEMINARIO INTERNAZIONALE ADI. UN’ECCEZIONE:  LA RELAZIONE  DI ANANTHA DURAIAPPAH

La prima vittima del coronavirus in casa ADi è stato l’annuale seminario internazionale che si doveva tenere a Bologna il 28 e 29 febbraio u.s. Possiamo ora dire che, a causa di forza maggiore,  lo spostamento sarà  al 26-27 febbraio 2021. C’è già l’accordo con i relatori in tal senso. E’ stato per l’associazione un fatto traumatico, perché la decisione è arrivata a  4 giorni dall’evento e con relatori, dall’India, dalla Nuova Zelanda e dagli USA, già in viaggio per l’Italia. In particolare Anantha Duraiappah, Direttore dell’Istituto dell’Unesco Mahatma Gandhi di Nuova Delhi (India), ha voluto comunque tenere a porte chiuse la sua relazione. Insieme alla Presidente ADi, lo ha accolto Patrizio Bianchi, ora coordinatore del Comitato esperti prima citato. La relazione, Educare all’humanitas. Il paradigma olistico è pubblicata sul sito ADI. Una relazione che ci offre moltissimi spunti per intervenire sul curricolo in questa fase. Dopo aver descritto una situazione allarmante a livello mondiale (1. Aumento della depressione e dei suicidi nei giovani, 2. Aumento dell’intolleranza e dell’estremismo violento, 3. Aumento dei costi dell’istruzione che potrebbero impedirle di essere un bene per tutti), Duraiappah analizza e articola proposte in tre punti cardine: 1. Educazione per la rinascita dell’humanitas; 2. Educazione volta alla gentilezza; 3. Approccio all’apprendimento basato su neuroscienze ed evidenze.

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YONG  ZHAO: IL TOFU NON E’ FORMAGGIO. 
REINVENTARE L’INSEGNAMENTO DURANTE IL COVID-19

Nel pieno della Didattica a Distanza che sta  impazzando ovunque nel globo, Yong Zhao, Distinguished Professor all'Università del Kansas (USA) scrive ironicamente che  "Il tofu non è formaggio, vale a dire che l’insegnamento online è tutt’altra cosa da quello in presenza, anche se questo pare non essere chiaro ai più. Poi si spinge oltre, ad immaginare cosa dovrebbe essere l’educazione dopo il corona virus, soffermandosi in particolare sul curricolo. Questa emergenza impone che si insegni qualcosa di diverso e cita 2 esempi: 1. le competenze globali, quelle che  permettono di comprendere e agire in un mondo ed in un’economia interconnessa e interdipendente; 2. le competenze digitaliche sono molto di più della capacità di utilizzare l'informatica, che i bambini possono imparare da soli, sono competenze necessarie per vivere, imparare e lavorare nel mondo virtuale, che è reale quanto il mondo fisico, e  aggiunge è come una cultura straniera, per apprenderla bisogna immergersi dentro.

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ANDREAS SCHLEICHER E SAKU TUOMINEN SU ISTRUZIONE E CORONAVIRUS

Un’eccezionale conversazione fra Andreas Schleicher, Direttore generale dell’Education all’OCSE, e Sako Tuominen, fondatore, presidente e direttore creativo di HundrED, un’organizzazione finlandese no profit, che ricerca e pubblicizza le migliori esperienze educative in tutto il mondo e ogni anno ne seleziona 100. Sia l’OCSE che HundrEd hanno predisposto materiali, elaborazioni, esempi di pratiche utili in questa fase di emergenza da corona virus. In particolare HundrEd ha pubblicato un Rapporto che è una miniera di utili indicazioni, Spotlight: Quality education for all during Covid-19 crisis.

Afferma Schleicher che, nonostante le comunità educative globali stiano producendo incredibili soluzioni, la principale preoccupazione rimane quella che non si raggiungono tutti i bambini e i ragazzi. E, a suo parere, l'esempio più impressionante di  soluzione su larga scala della DaD proviene dal cuore dell'epidemia, la Cina, dove le autorità locali sono riuscite a mettere online 50 milioni di studenti in un mese. Ciò che rende speciale questa esperienza è che non hanno usato le  tecnologie per un insegnamento trasmissivo, ma si sono concentrati sulla costruzione di solide relazioni tra insegnanti e studenti.

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INTERVISTA A FRANÇOIS DUBET SULLA SITUAZIONE GENERATA DAL CORONA VIRUS

Pubblichiamo l’intervista rilasciata a La Tribune dal noto sociologo francese  François Dubet, che ADi ha avuto per 3 volte relatore ai propri seminari internazionali.

La prova del confinamento  a cui siamo sottoposti dall’emergenza del corona virus ben rivela, secondo Dubet, la trasformazione della tipologia delle disuguaglianze. Finché vivevamo in una società industriale e di classe, le disuguaglianze diventavano un'esperienza collettiva. All’io si contrapponeva il "noi", "noi" i lavoratori, "noi" i "borghesi", "noi" i contadini... Il confronto era fra gruppi. Negli ultimi trent’anni, questo regime si è annullato e sono gli individui più che i gruppi che vivono le disuguaglianze: io sono disuguale "in quanto" donna, di periferia, scarsamente istruito, divorziato, lontano dal mio lavoro, o "in quanto" giovane, vecchio, con o senza connessione digitale... 

E aggiunge: il Covid-19 è cieco e democratico, colpisce tutti e costringe tutti a proteggersi proteggendo gli altri. L'universalità del rischio e l'imperativo della solidarietà ci costringeranno, allora, a mettere in discussione la giustizia delle disuguaglianze. È giusto che un sanitario, un camionista, un cassiere o un addetto alle consegne siano condannati a bassi salari e insicurezza quando ora sappiamo che il loro lavoro è così vitale? D'altra parte, è giusto che guadagni altissimi siano totalmente disconnessi dall'utilità sociale del lavoro svolto?

E conclude dicendo che “ Se il fattore principale dell'uscita dalla pandemia è quello della solidarietà e della fiducia democratica, non vedo come la scuola non possa non essere messa in discussione. (…) I rapporti con l'apprendimento, l'orario di lavoro, le valutazioni scolastiche non usciranno indenni da questa crisi. Tuttavia, si può essere ottimisti quando si vede quanto gli insegnanti, spesso percepiti come cauti e ripiegati sulle loro tradizioni pedagogiche, si mobilitano, inventano, si relazionano con i loro studenti, non contano il  tempo che impiegano.(…). Forse la pandemia trasformerà la scuola e l'università più di quanto i ministri siano stati in grado di fare.”

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YUVAL NOAH HARARI: IL MONDO DOPO IL CORONAVIRUS

Secondo lo storico israeliano Yuval Noah Harari “La tempesta passerà, ma le scelte che facciamo adesso cambieranno le nostre vite negli anni a venire.”    Ciò che preoccupa Harari è in particolare il fatto che l'epidemia potrebbe segnare un importante spartiacque nella storia della sorveglianza. In questo momento di crisi, affrontiamo due scelte particolarmente importanti:

 o La prima è tra sorveglianza totalitaria e responsabilizzazione dei cittadini.

 o La seconda è tra isolamento nazionalista e solidarietà globale.

In merito alla prima scelta Harari scrive: Una popolazione auto-motivata e ben informata è di solito molto più potente ed efficace di una popolazione controllata e ignorante. E aggiunge “Considerate, ad esempio, il lavarsi le mani col sapone.(….) Oggi miliardi di persone ogni giorno si lavano le mani, non perché hanno paura della polizia che controlli il loro uso del sapone, ma piuttosto perché comprendono i fatti.”

In merito alla seconda scelta Harari invoca la solidarietà globale, poiché sia l'epidemia che la seguente crisi economica sono problemi globali e possono essere risolti efficacemente solo attraverso la cooperazione globale.

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Per concludere questa carrellata di illustri personaggi, vogliamo evidenziare come la scuola abbia, su  tutti gli aspetti da ciascuno affrontati, un ruolo formidabile e responsabilità altissime  verso le nuove generazioni.

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GESTIRE L’AULA AUMENTATA CON IL CORSO ADI SULLA DaD

Il Ministero dell'Istruzione ha emanato la Nota prot. 388 del 17 marzo 2020 con le prime indicazioni operative per le attività di Didattica a Distanza, DaD. 

La Didattica a Distanza, in queste difficili settimane, ha avuto e ha due significati, si legge nel documento. Da un lato, sta servendo a "mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza", combattendo "il rischio di isolamento e di demotivazione". Dall’altro lato, è essenziale per "non interrompere il percorso di apprendimento".

In linea con le indicazioni del Miur di attivare corsi di formazione per gli insegnanti, l’ADi propone un corso strutturato in più webinar atto a fornire strumenti e metodi per gestire un’aula aumentata, ovvero uno spazio funzionale dove didattica e tecnologia diventano sinergiche per facilitare l’apprendimento. Condotto dal prof. Luca Raina, può essere richiesto per scuole o reti di scuole.

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