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Video promo del seminario internazionale “LA GRANDE INCERTEZZA” Bologna 22-23 febbraio 2019Entra in anteprima nell’atmosfera del nostro seminario internazionale: >Torna all'indice
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GLI ABSTRACT DEL SEMINARIO INTERNAZIONALE ADI “LA GRANDE INCERTEZZA” Bologna 22-23 febbraio 2019 Sono pubblicati sul sito ADi tutti gli abstract delle 3 sessioni del seminario internazionale. Un insieme di spunti e approfondimenti che danno davvero l’idea della ricchezza e originalità di questo meeting internazionale. Un seminario che ha l’ambizione di esplorare, attraverso una pluralità e un pluralismo di posizioni, tematiche oggi decisive per l’educazione delle nuove generazioni.
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1^ Sessione: La sfida dei curricoli nell'era dell'incertezza
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La prima sessione affronterà uno dei temi più controversi dell’istruzione in tutti i Paesi del mondo: la costruzione dei curricoli in una fase nella quale il futuro dell’umanità ha assunto dimensioni incerte e globali, ma dove rimane comunque forte il bisogno della propria identità culturale, nazionale e religiosa. Quali caratteristiche dovrebbe allora assumere un’educazione radicata nella propria comunità locale e nel proprio Paese e allo stesso tempo proiettata in una dimensione globale a cui il destino di ciascuno è legato? Affronteranno il problema, da prospettive diverse, grandi personalità come Alessandro Cavalli, Jeffrey Holte, Alberto De Toni, Marius Felderhof e Raini Sipilä.
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2^ Sessione: Un'educazione che promuove i valori umani
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La 2^ sessione analizzerà la questione complessa e abbastanza inedita delle caratteristiche di un’educazione capace di promuovere i valori umani. La parola “valori” è stata per molto tempo considerata con sospetto nel lessico scolastico, perché ad essa si associava l’idea dell’”indottrinamento” di giovani menti in formazione. Oggi, in una scuola che pare aver smarrito anche i più semplici valori tradizionali, come la disciplina ed il rispetto, e di fronte a sfide per le quali ci si sente totalmente privi di strumenti, la parola “valori” si riaffaccia con prepotenza, e chiede un nuovo “diritto di cittadinanza”, anche alla luce degli obiettivi di sostenibilità posti dall’Agenda 2030 dell’ONU. I qualificati e poliedrici relatori della 2^ sessione - Mario Piacentini, Núria Miró, Donato Speroni, Mark Moorhouse, Silvia Panzavolta e Maria Guida - ci condurranno a scoprire, da diverse prospettive, con quali contenuti, caratteristiche, strumenti e modalità i “valori” possano e debbano rientrare nella scuola.
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3^ Sessione: Uno sguardo positivo sul futuro
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La terza ed ultima sessione avrà il compito di comunicare a tutti i partecipanti un forte slancio positivo, una grande carica di motivazione e passione per riprendere il cammino con rinnovato impegno e responsabilità. Cambiare è possibile, anche quando grande è l’incertezza! La sessione sarà aperta dall’autorevole relazione di Andreas Schleicher, Direttore Generale dell’Education all’OCSE, che ci indicherà quali sono i fattori che oggi maggiormente sostengono il successo dei sistemi scolastici, seguirà quella del sociologo francese François Dubet, che ci condurrà attraverso il complesso percorso della ri-creazione di una scuola di qualità, poi ancora Dario Ianes, che formulerà le caratteristiche di una nuova figura di docente esperto, in grado di padroneggiare le sfide dell’autonomia scolastica, e infine Magnus Blixt che dibatterà la complessa questione di come coniugare nella scuola libertà e responsabilità . E in conclusione... un invito ai tanti partecipanti al seminario a farsi coinvolgere e, insieme, a rendere “unico” questo grande incontro. Arrivederci a Bologna! >Leggi sul sito gli abstract in Italiano >Abstract in English here >Per iscriverti al seminario clicca qui (si ricorda che le iscrizioni sono limitate e saranno inderogabilmente chiuse al raggiungimento del numero consentito dalla capienza della sala) >Torna all'indice
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ISTITUTI SCOLASTICI AD AUTONOMIA SPECIALE, ISAS Finalmente pubblicato l’articolato delle norme
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Dopo oltre due anni di gestazione e tanti annunci in seminari ed occasioni pubbliche, l’ADi è davvero felice di offrire oggi al mondo della scuola la propria proposta di legge sugli Istituti Scolastici ad Autonomia Speciale. Si tratta di un compiuto articolato di norme che “prende sul serio” l’autonomia scolastica, togliendo vincoli e dando finalmente condizioni e strumenti per diventare “agente del cambiamento” nelle proprie scuole a chi ha la volontà e le competenze per farlo. Le norme presentate sul sito ADi sono state oggetto di innumerevoli confronti e dibattiti, di successive integrazioni e modificazioni, ma non sarebbero mai sfociate in un organico articolato senza la guida costante di un grande amministrativista, il Prof. Carlo Marzuoli, già ordinario di Diritto Amministrativo nell’Università di Firenze, da anni socio onorario dell’ADi. Carlo Marzuoli ci ha pazientemente seguito in questo lungo percorso, ha ascoltato, confrontato ipotesi, si è addentrato nei meandri della legislazione scolastica italiana fugando dubbi e proponendo soluzioni. A lui si deve la stesura dell’articolato e della relazione che l’accompagna. A Carlo Marzuoli, quindi, il ringraziamento corale dell’ADi, senza dimenticare Rosario Drago, uno dei più profondi conoscitori della scuola italiana, i cui costanti consigli sono stati preziosi lungo tutto il percorso. Ora la proposta lascia gli ormeggi e si inoltra nel mare aperto, consapevole dei tanti scogli che si presenteranno nell’attraversata, ma con la fiducia di un approdo, poiché grande è la passione e tante sono le capacità di una parte almeno del corpo professionale, del corpo sociale, delle istituzioni, degli interessati (i più giovani, i genitori, e anche il cittadino qualunque) che da tempo si battono per innovare e migliorare, ma sono stati finora scoraggiati da un inestricabile groviglio di lacci. La proposta di legge dell’ADi non propone una rivoluzione, ma piuttosto integra e arricchisce l’attuale sistema di istruzione: un Istituto “diversamente pubblico”, che si affianca ai modelli vigenti, un Istituto Scolastico ad Autonomia Speciale che si propone come una manifestazione di vitalità del sistema e di realizzazione di autentica autonomia. Ora prenderanno avvio incontri e conferenze per raccogliere critiche e consensi e soprattutto per unire gli attori che insieme all’ADI vorranno impegnarsi per la realizzazione di questo ambizioso progetto. >Leggi sul sito la presentazione degli ISAS, la relazione e l’articolato delle norme >Torna all'indice
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L’ISTRUZIONE NEI PAESI POST-SOCIALISTI Un interessante studio dell’Oxford Studies in Comparative Education
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Dopo Religione ed Educazione, Tiziana Pedrizzi ci propone un altro studio comparato degli Oxford Studies in Comparative Education, relativo, questa volta, alle trasformazioni dei sistemi d’istruzione nei Paesi post-socialisti (Comparing Post-Socialist Transformations, 2018). Si tratta del 2° libro della Oxford su questo tema. Le ricerche, questa volta, riguardano alcuni Paesi ex URSS - Lettonia, Lituania, Estonia, Armenia, Georgia, Uzbekistan - e Brasile, Russia e Cina. Si riportano qui solo alcuni spunti di carattere generale del lungo saggio di Pedrizzi a cui si rimanda sul sito dell’ADi. Sul versante economico: qualità/individualizzazione vs equità/omogeneità Dopo la dissoluzione dell’URSS, la riconfigurazione dell’istruzione nei Paesi post-socialisti registra innanzitutto un cambio di prospettive e finalità. La scuola socialista aveva avuto lo scopo di servire lo stato collettivista, non l’individuo, secondo un modello uniforme di istruzione e di educazione a valori, comportamenti e sentimenti coerenti con l’ideologia comunista, senza specifica finalizzazione al lavoro tranne che per l’istruzione professionale. Le riforme post comuniste sono state invece caratterizzate dal richiamo alla democrazia e all’economia di mercato, assumendo come tratti salienti: la decentralizzazione e l’autonomia, il finanziamento pro-capite (i così detti voucher), l’individualizzazione e i sistemi di qualità, la valutazione standardizzata esterna, la pedagogia delle competenze. Una delle finalità centrali dell'istruzione è diventata quella di formare capitale umano per il rilancio dell’economia che stava stagnando. L’attenzione predominante si è spostata dunque dal binomio equità/omogeneità, caratteristico dei Paesi socialisti, a quello “qualità/individualizzazione”, facendo assumere all’istruzione le caratteristiche più del bene privato che del bene pubblico. Sul versante politico: ricostruzione dell’identità nazionale e integrazione europea L’istruzione, è diventata non solo strumento per lo sviluppo economico, ma anche per quello politico, al fine di: 1) Ricostruire l’identità nazionale (nation re-building), offuscata all’interno dell’URSS, a cui ha dato un grande contributo la trasformazione dei curricoli scolastici e il plurilinguismo con ritorno alla preminenza della lingua nazionale rispetto a quella russa, che si era imposta nel periodo socialista; 2) Sviluppare l’integrazione europea, anche come legittimazione internazionale. Ciò è avvenuto in particolare negli Stati Baltici - Estonia, Lettonia e Lituania. L’istruzione universitaria si è adeguata quasi ovunque al processo di Bologna (laurea triennale, laurea magistrale, dottorato. Le criticità Dall’analisi complessiva della riconfigurazione dell’educazione nei Paesi post-socialisti, emerge che l’introduzione di una politica occidentale neoliberista non è stata né indolore né lineare, ha invece prodotto tensioni, situazioni complesse e contraddittorie. Sotto il trionfalismo neoliberista, in realtà i sistemi educativi post-socialisti appaiono attualmente a tre strati: - lo strato occidentalizzante,
- la persistenza dell’eredità del socialismo,
- il riaffiorare di caratteristiche arcaiche pre-socialiste con forti tratti nazionalistici.
Una coesistenza di balzi in avanti e all’indietro (come ad es. la regressione dell’emancipazione femminile), mescolati al crescere di fenomeni di corruzione e di sperequazioni nell’accesso all’istruzione (es. diminuzione delle scuole dell’infanzia) In conclusione A conclusione dell’analisi dei vari saggi che compongono il copioso volume, Pedrizzi lamenta la mancanza della dimensione storica, che è invece fondamentale per capire queste trasformazioni, basti pensare alle diverse caratteristiche delle Repubbliche Baltiche profondamente simili all’Europa e non all’Asia. Si ricorda infine che oltre alle caratteristiche generalizzabili, Pedrizzi ha trattato distintamente la situazione dei diversi Paesi, a cui si rimanda sul sito ADI. >Leggi il saggio integrale sul sito >Torna all'indice
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PREOCCUPAZIONI PER IL DESTINO DELL’ INVALSI
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Il 12 dicembre 2018 il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge delega sulla semplificazione che comporterà diversi decreti attuativi, uno di questi è riferito a Istruzione, Università e AFAM. L’ADI si unisce alle preoccupazioni già espresse da molti sulle sorti dell’INVALSI. In relazione all’INVALSI e ad altri enti si parla infatti di “fusioni o soppressioni, ovvero a trasformazione in ufficio dello Stato o di altra amministrazione pubblica”. L’INVALSI ha subito innumerevoli attacchi in questi anni da parte di studenti, di insegnanti e di alcune organizzazioni sindacali, i suoi test sono stati persino oggetto di scioperi. Ora ogni critica motivata è lecita, lecito è discutere sulle finalità dei test, ma nessuno può negare che l’INVALSI abbia svolto un’importante opera di monitoraggio. I test INVALSI come i test PISA hanno mostrato le drammatiche sperequazioni negli apprendimenti fra le zone del Paese e anche fra le scuole dello stesso territorio. Il fatto che non siano state tratte finora le dovute conseguenze rispetto a questi dati eclatanti, né a livello di analisi né tanto meno a livello di interventi, non giustifica certo un intervento contro l’autonomo funzionamento dell’INVALSI. L’INVALSI poco per volta, attraverso molte traversie e molti ostacoli, è diventato un Istituto qualificato, indispensabile per pilotare in modo serio la scuola. Per questo sarebbe grave bloccarne l’ulteriore autonoma evoluzione, senza tenere conto che un efficace sistema di valutazione sarà tanto più necessario se insieme all’autonomia scolastica prenderà corpo anche la decentralizzazione regionale del sistema d’istruzione. Autonomia e valutazione, decentralizzazione e valutazione sono, come tutti sanno, binomi indivisibili Per questo ci auguriamo che ci sia un pronto ripensamento da parte del Governo, che eviti di privare la scuola di quel serio sistema di monitoraggio di cui già dispone. >Vai alla breve sul sito >Torna all'indice
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AL VIA UN’ORA SETTIMANALE DI EDUCAZIONE CIVICAADI: no a nuove discipline, sì alla trasversalità e transdisciplinarità
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Il disegno di legge della Lega Il ministro Bussetti ha comunicato con un breve video su Facebook che, insieme ai ministri Salvini (Interno) e Fontana (famiglia), ha presentato un disegno di legge sull’educazione civica, che sarà ufficialmente portato alla Camera dei Deputati a gennaio 2019. L’educazione civica diventerà obbligatoria dalla scuola dell’infanzia al diploma, come disciplina a sé stante alla quale saranno dedicate 33 ore annuali, corrispondenti ad un’ora settimanale, quindi con proprio organico (di quale classe di concorso saranno le cattedre non si sa ancora). Questa disciplina, secondo le parole del Ministro, sarà a sua volta suddivisa nelle seguenti “materie”: educazione alla legalità, educazione alla cittadinanza digitale, educazione all'ambiente e alla salute, educazione stradale. La proposta di legge dell’ANPI Va detto che questo disegno di legge della Lega non è solitario, si somma ad altre iniziative pregresse e parallele, perché in quanto ad aggiunte al curricolo in Italia non ci facciamo mancare niente. L’ANPI stesso ha fatto una proposta di legge sull’educazione civica, su cui si stanno ancora raccogliendo firme. Si legge nella proposta di legge di iniziativa popolare targata ANPI: “E' istituito l’insegnamento di educazione alla cittadinanza come disciplina autonoma con propria valutazione, nei curricoli e nei piani di studio di entrambi i cicli di istruzione”. Il monteore necessario è “non inferiore alle 33 ore annuali”. La mania italica di aggiungere discipline a curricoli già bulimici Andrebbe ricordato che nelle Indicazioni e nelle Linee Guida di entrambi i cicli esiste già l’acquisizione della competenza “Cittadinanza e Costituzione”, ma in Italia ciò che non è soggetto a proprio specifico voto sulle pagelle e a specifico esame “non esiste”. E allora bisogna aggiungere. È successo con l’aggiunta di un’ora settimanale di geografia, è successo quando ci si è opposti nel primo biennio del 2° ciclo ad avere un’area scientifica unitaria, e potremmo continuare. Ma questo modo di procedere appare antistorico. Trasversalità dei saperi e inter/trans-disciplinarità: unica riforma dei curricoli! La riforma dei curricoli è una delle grandi necessità della scuola italiana, ma vi si potrà mettere mano seriamente solo quando sarà consapevolezza comune che occorre abbandonare definitivamente il modello utilizzato finora, che vede la giustapposizione di un numero crescente di singole discipline, che al loro stesso interno vanno dilatandosi: una bulimia che porta alla morte dei saperi. Per capire la prospettiva su cui incanalarsi basterebbe guardare alle trasformazioni avvenute nell’attività scientifica, con il crollo di quei riferimenti e di quelle categorie di classificazione che fino a poco tempo fa la organizzavano e la descrivevano. I grandi settori dell’innovazione scientifica si situano in un punto di intersezione fra più spazi disciplinari, che vedono così cadere le loro frontiere tradizionali. Le scienze e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che si sviluppano non solo entro il loro campo specifico, ma anche in combinazione con le scienze umane e sociali, le scienze biologiche, le scienze cognitive o le nanoscienze, indicano molto bene questa trandisciplinarità. Nella scuola tentativi di superamento dell’apprendimento per singole separate discipline sta avvenendo con la metodologia del Project Based Learning. Di lì bisogna partire, approfondire e sperimentare. >Vai alla breve sul sito >Torna all'indice
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L’AUTENTICA RIFORMA FINLANDESE DEI CURRICOLI La trasversalità delle competenze
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In Finlandia il nuovo curricolo, varato nel 2016, ma non ancora completamente attuato, continua a far parlare di sé, non solo nel proprio Paese ma a livello internazionale. Il motivo è l’interpretazione giornalistica che l’ha accompagnato: “La Finlandia abbandonerà l’insegnamento delle discipline!” Una notizia certamente eclatante, ma non è proprio così.
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Le discipline rimangono ma... Se si guarda la figura a fianco, nel cerchio blu sono indicate tutte le discipline impartite nelle scuole finlandesi nei vari anni: madre lingua e letteratura, 2^ lingua nazionale, lingua straniera, matematica, biologia, geografia, fisica, chimica, educazione alla salute, religione, etica, storia, studi sociali, musica, arti visive, educazione psicologica, economia domestica, orientamento, altre discipline opzionali. Ma quello che si vede scritto in quello stesso cerchio blu accanto alla parola “discipline” è “moduli di apprendimento multidisciplinari”. Le competenze trasversali La vera riforma sta appunto nell’introduzione di moduli multidisciplinari, ma soprattutto nelle competenze trasversali che si leggono nel cerchio bianco della figura e che fanno parte di ogni disciplina. Esse sono: - pensare e imparare ad imparare,
- competenza culturale, interazione ed espressione di sé,
- saper prendersi cura di sé e saper gestire la propria vita quotidiana,
- multiliteracy,
- competenza digitale,
- competenza nel lavoro e imprenditorialità,
- partecipazione e coinvolgimento nella costruzione di un futuro sostenibile.
Ne sapremo di più al seminario internazionale... Interessante è capire come nella quotidianità della vita scolastica questa riforma sta prendendo corpo. Lo sapremo direttamente da un’insegnante finlandese, Raini Sipilä, che ce ne parlerà al seminario internazionale dell’ADI del 22 e 23 febbraio 2019. >Torna all'indice
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UN INNOVATIVO CORSO ADI SU “IMPRENDITORIALITÀ” Elemento portante della modificata “alternanza scuola lavoro”
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L’art. 57 della legge di bilancio stabilisce che dall’anno scolastico 2018/2019 i percorsi di “alternanza scuola-lavoro” siano ridenominati “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”. Fra le competenze trasversali il posto forse più importante, in questo contesto, è occupato dall’imprenditorialità, una delle competenze chiave europee. Sull’acquisizione di questa competenza l’ADi ha organizzato un innovativo corso rivolto a scuole e reti di scuole (docenti e dirigenti scolastici). E’ un corso blended costituito da due incontri in presenza e una parte online. Nel 1° incontro sarà affrontata l’analisi di tutti gli aspetti della competenza “imprenditorialità” definiti nei seguenti documenti:
• Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22/05/18 sulle competenze chiave (l’imprenditorialità è la settima)
• EntreComp 2016, il quadro di riferimento europeo per la competenza “imprenditorialità”,
• EntreComp into Action 2018, il manuale che spiega come passare dalla teoria alla pratica, fornendo più di 70 esempi pratici
• EntreLearn: una raccolta di proposte elaborate da insegnanti per insegnanti che offre molte idee per promuovere lo spirito di iniziativa e la mentalità imprenditoriale negli studenti. Si può utilizzare in qualsiasi disciplina scolastica e con studenti di qualunque età.
Nel 2° incontro si affronteranno:
• L’impostazione pedagogico-didattica per acquisire la competenza “imprenditorialità”
• L’imprenditorialità in pratica: con alcuni esempi di “imprenditorialità” nelle scuole italiane ed esempi importanti di sviluppo della competenza “imprenditorialità” in alcune scuole ed agenzie straniere
• Analisi dei possibili progetti per lo sviluppo della competenza “imprenditorialità” nelle scuole di appartenenza dei corsisti, con rimando a successive verifiche online
>Leggi sul sito modalità, iscrizione ecc. >Torna all'indice
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SUMMIT SUL CLIMA: UNA QUINDICENNE FRONTEGGIA I LEADER MONDIALI
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Greta Thunberg è una studentessa svedese di 15 anni. Il Time l’ha inserita nella lista dei teenager più influenti al mondo nel 2018. Greta è diventata molto popolare per la sua battaglia contro il cambiamento climatico. Tutti i venerdì va protestare davanti al parlamento svedese, colpevole, insieme agli altri governi, di non fare abbastanza per proteggere il pianeta dal disastro ambientale. Ha cominciato da sola questo tipo di protesta, ora queste manifestazioni si stanno propagando. “Non posso ancora votare e quindi questo è l’unico modo per far sentire la mia voce” ha detto Greta al Time. Apparentemente minuta e fragile, è al contrario coraggiosa e determinata, ed è riuscita a coinvolgere migliaia di studenti in tutto il mondo nella battaglia per salvare il pianeta. Greta ha partecipato al summit mondiale sul clima a Katowice, in Polonia, tenendo testa ai grandi della Terra. Il suo discorso è diventato virale. Sentiamolo: >Torna all'indice
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2019 - AUGURI TERRA MADRE! Salvaci tu dalle nefandezze dell’homo insipiens...
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La Terra esiste da 4 miliardi e mezzo di anni, l’homo sapiens da circa 140.000 anni. Se concentrassimo la vita della terra in un solo giorno, 24 ore, a conti fatti noi saremmo qui da 3 secondi. Guardate cosa siamo riusciti a fare in 3 secondi… distrutti i suoi oceani, i suoi fiumi, le sue foreste… E non abbiamo ancora capito che non è la natura che ha bisogno di noi, lei sa come evolvere, SIAMO NOI CHE ABBIAMO BISOGNO DELLA NATURA e facendole la guerra non distruggiamo lei, ma la nostra specie. Auguri Terra Madre salvaci tu dalle nefandezze di questo homo insipiens! >Torna all'indice
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