IL SEMINARIO INTERNAZIONALE ADI

“LA GRANDE INCERTEZZA
Insegnanti alla ricerca di valori tra competenze globali e identità nazionali”

Bologna 22-23 febbraio 2019

Compie 18 anni il seminario internazionale dell’ADI!
Ed è davvero diventato maggiorenne. 
Sarà un grande seminario e una grande festa quella che si terrà a Bologna il 22 e 23 febbraio 2019.

L’ampio e spregiudicato respiro dato al seminario, l’autorevolezza dei relatori, le esperienze straordinarie delle scuole straniere invitate, ci apriranno nuovi orizzonti e, ci auguriamo, ci daranno quella rinnovata “carica” verso il nostro lavoro, di cui abbiamo davvero bisogno. 

Il tema di fondo

Scrive Yuval Noah Harari: “L’umanità sta vivendo rivoluzioni senza precedenti, tutte le nostre vecchie storie stanno andando in frantumi e nessuna nuova narrazione  è finora emersa per prenderne il posto. Come possiamo preparare noi stessi e i nostri figli per un mondo scosso da tali inediti sconvolgimenti e radicali incertezze?

L’incapacità di costruire una “nuova narrazione” per il destino umano si accompagna ovunque a spinte per un ritorno al passato. Si impongono visioni nazionalistiche, si alzano muri nel tentativo di restringere il flusso delle idee, delle merci e delle persone.

Ma oggi il genere umano ha di fronte problemi che  si fanno beffa di tutti i confini nazionali. Non si possono costruire muri contro il riscaldamento globale o contro l’inverno nucleare, e nessuna nazione può da sola controllare l’Intelligenza Artificiale o la bioingegneria.

E allora quale il ruolo della scuola e dell’educazione in questa difficile ma rapidissima era di transizione? Quali valori possono gli insegnanti perseguire nella complessa ricomposizione tra appartenenza globale e identità nazionale? 

Le tre sessioni

Questi sono  i grandi interrogativi a cui tenteranno di dare risposta le tre sessioni del seminario:

1)     La sfida dei curricoli nell’era dell’incertezza
2)     Un’educazione che promuove i valori umani
3)     Uno sguardo positivo sul futuro

che saranno sviluppate da voci  diverse ed esperienze diverse, tra le più autorevoli a livello nazionale e internazionale.

I partner e gli sponsor

Da anni siamo lieti di avere partner in questo grande meeting internazionale La Fondazione per la Scuola, l’INDIRE  e il Centro Studi Erickson.
Siamo felici di annoverare fra i nostri sponsor la casa Editrice Zanichelli,  C2Group, EduGroup, Lenovo.

Leggi sul sito: 2) La presentazione delle tre sessioni, 2) il programma dettagliato, 3) le informazioni sui relatori, 4) le modalità di iscrizione

N.B. Ciascuna iscrizione avrà un posto numerato. Non sarà possibile accogliere iscrizioni oltre i posti disponibili. Si consiglia pertanto a chi è interessato di iscriversi tempestivamente.

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L’AMPIA OFFERTA FORMATIVA DEI CORSI ADI

Un qualificato sostegno all’innovazione e al miglioramento

L’ADi è inserita come ente formatore nel sistema di qualificazione/accreditamento del MIUR. I corsi ADi sono noti per l’alta qualità dei relatori, dei contenuti e delle strategie che fornisce, aperti a una visione internazionale.

I contenuti dei corsi

 I contenuti dei corsi ADI  sono raggruppati in 5 grandi ambiti, secondo le indicazioni ministeriali,  e coprono tutte le principali esigenze formative delle scuole di ogni ordine e grado. Sono rivolti a docenti, a “figure di sistema” e a dirigenti scolastici.

L’elenco dettagliato dei corsi è pubblicato sul sito ADi, nonché sulla piattaforma Sofia.   

Le tipologie organizzative dei corsi

Tutti i corsi sono costituiti da una o più unità formative, che vengono svolte: 1) nella maggioranza dei casi in modo blended (in presenza e online), 2) solo on line. Ciascuna unità formativa è di norma di 25 ore.  I corsi sono rivolti prevalentemente  a scuole o reti/ambiti, con cui si stipulano specifici contratti.

Per i singoli docenti è possibile l’utilizzo della carta del docente

La certificazione

Ciascun corso, sia realizzato attraverso convenzione con la scuola o reti/ambiti, sia singolarmente richiesto, prevede attività,  monitoraggio in itinere e conclusivo con certificazione finale per ciascun singolo partecipante, comprensiva dell’indicazione delle ore complessive svolte.

Contatti

Per contatti e ulteriori info, tel. a segreteria ADI  051 0313968   dalle 10 alle 12:00 dal lunedì al venerdi, o scrivere a ufficio@adiscuola.it 

Leggi sul sito info complete e l’elenco dettagliato dei corsi.

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LA SCUOLA NELLA LEGGE DI BILANCIO 2019
E NEL DECRETO FISCALE

I rischi di “buttare via” le riforme e tornare all’antico

Formazione e reclutamento: si torna drammaticamente all’antico

E’ una maledizione del nostro Paese, ogni governo che si insedia butta all’aria le riforme del precedente e, come in un grottesco gioco dell’oca, si ritorna indietro, si ricomincia, si riparte da zero.

E’ il caso della formazione e reclutamento degli insegnanti. Una questione decisiva, perché non c’è indagine che non sottolinei come uno degli elementi determinanti per gli apprendimenti risieda nella formazione e selezione degli insegnanti.

Ebbene  l’Art. 58 della legge di bilancio 2019, Revisione del sistema di reclutamento dei docenti scolastici, non “rivede”, ma butta letteralmente all’aria  il D.Lgs. 59/2017.

E' abolito il percorso di formazione e la possibilità di collegare da subito, tramite concorso iniziale, l’immissione in ruolo ai tre anni di FIT .

Si torna agli antichi concorsi abilitanti, per accedervi basterà la laurea e aver conseguito 24 crediti formativi in discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche.

Sono quasi 40 anni che si discute di formazione e reclutamento e si fanno tentativi, prima le SSIS, poi il TFA, poi il FIT, ora il nulla, si butta via il bambino con l’acqua sporca! Il modello precedente poteva essere sicuramente migliorato, ma azzerarlo per tornare all’antico è  grave, molto grave. Non finiranno mai graduatorie , sanatorie e reclutamento per anzianità di servizio. E’ la nostra “inesorabile tragedia della perseveranza storica”, come direbbe Sabino Cassese.

E intanto….. sanatorie grottesche

Intanto si realizzano concorsi grotteschi !  Ci si riferisce al  concorso straordinario per insegnanti di scuola infanzia e primaria. Possono partecipano tutti quelli che hanno due anni di servizio negli ultimi 8 anni. Il criterio di base appare quello di favorire gli “anziani non meritevoli”. Si attribuiscono infatti  70 punti ai titoli  ( leggi servizio) e 30 all'esame. Ma non basta.  L'esame consiste in una prova orale, il cui voto massimo è 30, ma il minimo....non c'è.  Si può prendere  0 e si va comunque in una graduatoria ad esaurimento e prima o poi di ruolo. Per fare questo si mettono in piedi in tutta Italia commissioni di concorso con dirigenti scolastici che si assenteranno da scuola ( infatti ne abbiamo da buttar via) e docenti. E naturalmente ci sarà un costo. Il tutto  per fare un concorso che promuove anche chi è “inclassificabile”, purchè si presenti all’esame!

“Continuiamo così....facciamoci del male”

Alternanza Scuola Lavoro,  addio

L’art. 57 della legge di bilancio stabilisce che dall’anno scolastico 2018/2019 i percorsi di “alternanza scuola-lavoro” saranno ridenominati in “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”! La loro durata viene drasticamente ridotta,  da 400 ore per gli istituti tecnici e professionali rispettivamente a 150 e 180 ore, e da 200 a 90 ore per i licei. Naturalmente sono conseguentemente diminuiti i fondiLe risorse del fondo  sono assegnate alle scuole nei limiti necessari allo svolgimento del numero minimo di ore “.

Entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge, saranno definite linee guida per i “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”. In sintesi si  riducono soldi e  ore, senza sapere cosa si farà entro il nuovo percorso dal titolo tanto lungo quanto vago.

E’ un’altra decisione grave. Si doveva migliorare,  non distruggere! In tutti i Paesi ormai, almeno nelle scuole più innovative, gli studenti fanno consistenti periodi di tirocinio sui luoghi di lavoro

120  docenti   “individuati” dal MIUR per il Piano scuola digitale

L'art.52 della Legge di Bilancio 2019 (Équipe formative territoriali per il potenziamento di misure per l'innovazione didattica e digitale nelle scuole), prevede che vengano esonerati dal servizio  per gli anni 2019-20 e 2020-21  “120 docenti individuati dal MIUR, che costituiscono équipe territoriali formative, per garantire la diffusione di azioni legate al Piano per la scuola digitale. Per farlo si riducono i soldi del Piano Nazionale scuola Digitale.

La cosa potrebbe essere interessante, ma ciò che preoccupa  è il fatto che non è definita nessuna procedura né indicato alcun criterio di scelta di questi 120 insegnanti, che saranno esclusivamente "individuati" dal MIUR.

Purtroppo,  per esperienza diretta dell’ADi, la trasparenza non è mai abitata a Viale Trastevere perciò le perplessità nascono inevitabilmente: su quali criteri è stato scelto il numero 120 ? Chi e farà la scelta e come? Dove saranno dislocati i 120 distaccati?

DECRETO FISCALE:
Taglio da 29 milioni per scuola e Università

Il decreto fiscale,  Decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119,  Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria   prevede  un taglio alle risorse del Miur per scuola e università. Si tratta di un “risparmio” di 29 milioni: 14 per l’istruzione scolastica e 15 per la formazione universitaria e post universitaria.

Il "taglio" si legge nelle tabelle allegate al decreto ( “Riduzioni delle dotazioni finanziarie delle spese dei Ministeri”). In particolare per la scuola si divide in un “risparmio” di 8 milioni per l’istruzione del primo ciclo, di 3 milioni per il secondo ciclo e di 3 milioni per il reclutamento e aggiornamento dei dirigenti scolastici e del personale scolastico per l’istruzione. Gli altri 15 milioni sono tagliati all’università.

Dopo tante promesse di più soldi alla scuola ……………………

DECRETO MILLEPROROGHE
INVALSI: ora solo  rinvii ma …………rumor preoccupanti

Al momento l’unico provvedimento assunto nei confronti dell’INVALSI è  un emendamento di rinvio contenuto nel  Decreto Milleproroghe  secondo cui i test INVALSI  di italiano, matematica e inglese saranno requisito di accesso all’esame di Stato delle scuole superiori solo dal 2020.

Ma ci sono state, in questi ultimi tempi, frequenti dichiarazioni di esponenti della maggioranza di governo contro l’INVALSI.

Sarebbe gravissimo privare l’Italia di importanti rilevazioni e dati, indispensabili per le decisioni politiche e per i piani di miglioramento delle scuole

Senza dati  comparabili saremmo in balia di pure opinioni discrezionali.

Lo diciamo preventivamente:  GIU’ LE MANI DALL’INVALSI!

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Le prospettive di Veneto e Lombardia e la proposta  ADI su ISAS

Il 22 ottobre è stato l’anniversario del referendum con cui i cittadini di Veneto e Lombardia hanno detto sì all’autonomia. Ora si è prossimi alla legge  che dovrà definire come viene applicata.

Il Veneto chiede addirittura 23 nuove materie di competenza,  fra queste c’è l’istruzione. La proposta veneta è praticamente pronta, quella lombarda non ancora  e comunque  tutto dovrà passare dal Parlamento.

Entrambe le Regioni hanno come  modello  di “regionalizzazione” dell’istruzione la provincia autonoma di Trento,  il cui sistema scolastico è indipendente da quello nazionale.

La questione docente  

E’ bene ricordare in premessa che secondo il nuovo Titolo V della Costituzione (2001) lo Stato non è più il datore di lavoro, poiché in materia di istruzione ad esso competono solo le “norme generali” “ i “livelli essenziali delle prestazioni” e i “principi fondamentali. Nonostante ciò,  finora sono falliti tutti i tentativi di dare attuazione alla decentralizzazione della gestione dell’istruzione, in primo luogo a causa della questione docente.

Ora le cose potrebbero cambiare e l’opposizione attenuarsi. Al Nord, infatti, il problema degli insegnanti sta  diventando molto pesante per le difficoltà  crescenti a coprire le cattedre. E’ quindi probabile che le resistenze alla regionalizzazione  del personale potranno essere superate  se, come pare voglia fare il Veneto, gli stipendi saranno alzati, come è a Trento e a Bolzano.

E’ evidente che la decentralizzazione della gestione comporterà che i concorsi sia per i docenti che per i dirigenti scolastici siano regionali, così come in Trentino sono provinciali ( e le cose vanno molto meglio !)

Sarà inoltre  inevitabile agire sui trasferimenti, quantomeno ponendo limitazioni.

Il passaggio degli USR alla Regione

E’ evidente che in una tale situazione gli Uffici Scolastici Regionali, USR, che sono emanazione del MIUR, saranno assorbiti dalla Regione.

La storica posizione dell’ADI sulla decentralizzazione regionale 

L’ADi, fin dalla sua origine, ha sempre sostenuto la causa della decentralizzazione dell’istruzione.  E di fronte alle difficoltà a trovare intese nazionali per tutte le Regioni, si è dichiarata in favore  anche di  forme attuative  differenziate nei tempi.

Questa scelta di campo deriva da un’analisi obiettiva della situazione, che dimostra come il centralismo non abbia garantito nazionalmente né qualità né equità dell’istruzione. Ciò che appare ormai evidente è che il miglioramento passerà solo attraverso il superamento dell’asfissiante gestione centralistico-burocratica del MIUR.

La proposta di legge ADI sugli Istituti Scolastici ad Autonomia Speciale, ISAS

Ora la scommessa è fare convivere  bene decentralizzazione regionale e autonomia scolastica. Va cioè perseguito un giusto, ma non scontato, equilibrio fra autonomia degli istituti e maggiori poteri regionali, in grado di garantire da un lato condizioni alle scuole per un effettivo  miglioramento  degli apprendimenti   e dall’altro strumenti a livello territoriale per una maggiore equità del sistema.

Ora, poiché l’autonomia scolastica ha sofferto  in questi anni degli stessi limiti e vincoli della decentralizzazione,  l’ADi ha elaborato una proposta di legge  di Istituti Scolastici ad Autonomia Speciale, ISAS, che liberino dalle pastoie burocratiche  quelle scuole che hanno  volontà e competenze per auto-organizzarsi e realizzare quelle forme audaci di autonomia che il DPR 275 aveva lanciato nel lontano 1999, ma che il centralismo ha ucciso sul nascere.

Un Convegno  ADI sugli ISAS in  Veneto e Lombardia

L’ADi ritiene che le  Regioni in cui si possa in prima istanza lanciare la proposta degli ISAS siano quelle più avanzate sul versante della decentralizzazione. Per questo intende programmare entro il 2018 due convegni sugli Istituti Scolastici ad Autonomia Speciale  in Veneto e Lombardia

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WORLD CLASS: COME COSTRUIRE UN SISTEMA EDUCATIVO PER IL 21° SECOLO

Un importante libro di Andreas Schleicher

World Class. Come costruire un sistema educativo per il 21° secolo,  di Andreas Schleicher , Direttore OCSE per l’educazione, è un libro da leggere e divulgare, perché  offre strumenti indispensabili per intervenire nell’istruzione in questa fase così incerta e difficile del suo sviluppo.

1. Il libro ha innanzitutto il merito di sfatare, dati alla mano, molti  miti  che tuttora offuscano la comprensione della realtà scolastica. Non è vero che gli immigrati abbassino il livello degli apprendimenti, o che il successo dell’istruzione stia nella maggiore quantità di denaro disponibile, o che le classi meno numerose garantiscano sempre risultati migliori o ancora che il maggiore tempo a scuola influisca sempre positivamente sugli apprendimenti.

2) Parimenti il libro ci indica, sempre con dovizia di dati, le caratteristiche dei sistemi scolastici con elevati risultati, per esempio: 1) assegnano un’importanza prioritaria all’istruzione, 2) esprimono la convinzione che tutti gli studenti possano imparare e raggiungere buoni risultati; 3) si prefiggono aspettative alte; 4) sanno reclutare e mantenere insegnanti di qualità; 5) considerano gli insegnanti come professionisti autonomi e responsabili, 6) si dotano di leader educativi capaci, 7) adottano un giusto livello di autonomia scolastica, 8) attuano il passaggio dalla responsabilità amministrativa a quella professionale, 9) sanno allocare razionalmente le risorse.

A sostegno delle tesi sostenute, il libro ci fornisce anche le istantanee di 5 sistemi educativi al top delle classifiche mondiali: 1) Singapore, 2) Estonia, 3) Canada, 4) Finlandia, 5) Shanghai.

Andreas Schleicher terrà una relazione al seminario internazionale dell’ADI il 23 febbraio 2019

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EDUCARE PER IL FUTURO: IL CASO DELL’ASIA ORIENTALE

Riduzione del curricolo formale, valorizzazione delle competenze per la vita

Competenze del 21° secolo

Le notizie qui riportate sono tratte da una ricerca della Banca Mondiale.

Attualmente, in Asia orientale ci sono sette dei dieci migliori sistemi educativi al mondo. Nonostante i risultati impressionanti ottenuti, questi sistemi, continuano ad apportare modifiche e miglioramenti all’istruzione.

Il punto centrale delle riforme è l’attenzione per le così dette “competenze del 21 ° secolo”  (competenze per la vita ed il lavoro, alfabetizzazione digitale) e la loro misurazione.

Drastica riduzione del curricolo formale

Singapore,  Giappone, Repubblica di Corea e  Hong Kong (Cina) hanno stabilito nuovi obiettivi e un nuovo format del curriculum. Questo ha comportato una drastica riduzione del curricolo esistenteAd Hong Kong, ad esempio, il curricolo è stato ridotto a quattro aree chiave di apprendimento. In Giappone, il curricolo formale è stato ridotto del 30% e a Singapore di un terzo.

Vi è anche un condiviso spostamento dall’acquisizione di conoscenze (storicamente basate sulla memorizzazione) verso lo sviluppo di competenze. In Giappone, ad esempio, il cambiamento si manifesta nel passaggio da “cosa sanno gli studenti” verso “cosa possono fare con ciò che sanno”Le classi  ora includono attività basate su progetti, problemi e temi basati sull’apprendimento integrato, sull’apprendimento esperienziale e sulle attività che comportano ricerche, dibattiti, discussioni e presentazioni di gruppo.

Verso valutazioni centrate sullo studente

Parimenti c’è uno sforzo per introdurre nuovi format di valutazione. Nel 2014, il Giappone ha proposto un esame alternativo da attuare a partire dal 2019, che ridimensionerà la memorizzazione delle nozioni, dando priorità al pensiero critico, al ragionamento e alle capacità espressive.
In uno sforzo analogo, la Corea del Sud ha implementato un semestre senza test , che consente agli insegnanti di utilizzare in modo flessibile il curricolo per un periodo di un semestre, di incoraggiare la partecipazione degli studenti attraverso discussioni e pratiche.

Una sfida per gli insegnanti

Mentre la necessità di competenze del 21° secolo è ben riconosciuta, rimane comunque una sfida  il cambiamento delle pratiche di insegnamento e di valutazione da parte degli insegnanti. Si sta chiedendo di più ai docenti, che stanno lavorando più ore, ed è su di loro che si concentrano le aspettative.

Tre questioni fondamentali apprese

Finora, il processo di riforma del curricolo del 21 ° secolo in Asia orientale ha chiarito e assunto tre questioni:

  1. Le competenze socio-emozionali rafforzano le capacità cognitive.
  2. La valutazione degli studenti deve servire a  informare l’apprendimento
  3. E’ necessario selezionare e supportare gli insegnanti durante tutta la loro carriera

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RELIGIONE ED EDUCAZIONE

Un libro della serie Oxford Studies in Comparative Education

Tiziana Pedrizzi, responsabile ADi dell’area strategica “Le tendenze dell’istruzione in campo internazionale”, ha dato inizio alla presentazione sul sito ADi  di alcuni numeri tematici   degli Oxford Studies in Comparative Education che edita i Symposium Books su temi ampi e differenziati.  La prima presentazione è relativa al volume 27 “Religion and Education”.

Il volume Religion and Education

Il tema “Religione ed educazione” è affrontato attraverso  17 contributi di vari autori, di cui Pedrizzi presenta quelli che pensa possano essere di maggiore interesse per il lettore italiano.

In premessa il volume sviluppa alcune importanti riflessioni che costituiscono il sostrato di tutto il lavoro.

La religione nel passato ha avuto una funzione importante nel modellare i sistemi educativi e continua ad avere un ruolo significativo, anzi crescente, nei sistemi di valori dei popoli.

 La  secolarizzazione ipotizzata e patrocinata dalla ideologia marxista, ma anche da quella liberista funzionalista, non si è in effetti realizzata, anzi la religione è tornata ad essere un elemento determinante nella visione del mondo e nelle pratiche di intere popolazioni.

 Per tutto questo chi si occupa di educazione non può trascurare questo aspetto, ma nei documenti ufficiali degli organismi sovranazionali è completamente ignorata: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile nei  suoi 17 Sustainable Development Goals non dà che pochissimo spazio alle religioni.

Le dimensioni del tema, trattate nel volume,  spaziano su tantissimi  argomenti quali:

  1.  i sistemi di scuole di ispirazione religiosa particolarmente importanti nella educazione dei poveri,
  2. l’educazione religiosa nei sistemi e nelle scuole pubbliche,
  3.  la conoscenza di credi diversi in società crescentemente miste;
  4. la trasmissione dei valori e delle loro pratiche.

Significativamente si afferma che il rispetto per la storia è un importante primo passo per la comprensione dei fenomeni.

I contributi

Una parte notevole dei contributi appunta la sua attenzione sull’Estremo Oriente, sia nella versione confuciana che in quella buddista che infine in quella delle diverse versioni del cristianesimo.

Pedrizzi nel saggio pubblicato sul sito ADI affronta i seguenti argomenti:

1) l’educazione ispirata al confucianesimo; 2) le scuole di ispirazione buddista; 3) l’educazione inter-religiosa fra cristianesimo, buddismo e confucianesimo; 4) il rapporto fra religioni e potere politico in Russia; 5) islamismo ed educazione; 6) il problema delle scuole private religiose nei Paesi in via di sviluppo; 7) l’educazione religiosa in Israele; 8) l’educazione religiosa in Irlanda del Nord

Conclusione

Il volume si chiude con una analisi panoramica dello stato delle politiche scolastiche multiculturali nel campo religioso in 20 democrazie occidentali, mediante una analisi di cluster  in cui vengono presi in considerazione:

1) la religione ufficiale, 2) l’abbigliamento permesso,  3) gli spazi di preghiera, 4) le vacanze religiose, 5) la istruzione confessionale

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I FOCUS di PISA N. 83 – 84 – 85 – 86

Uso di internet- Attività  che incentivano la collaborazione- Insegnanti e scuole problematiche- Sport ed esiti scolastici

L’ADi continua l’opera meritoria, unica in Italia, di tradurre e commentare tutti i Focus in PISA. Svolge questo lavoro il bravissimo  Marco Bardelli, responsabile dell’area strategica  ADi “Valutazioni a livello internazionale”.

Sono ora pubblicati  i Focus 83, 84 , 85 , 86, di cui qui si indica il contenuto in estrema sintesi, rimandando al sito ADi per la lettura integrale

Focus 83
Il maggiore utilizzo di internet  tra 2012 e 2015 non ha portato vantaggi sugli apprendimenti

Tra la rilevazione PISA  2012 e quella 2015, il tempo che i quindicenni hanno dichiarato di aver trascorso su Internet è aumentato da 21 a 29 ore settimanali in media in tutti i Paesi dell'OCSE. Tale aumento (in classe e a casa) non è correlato a un miglioramento degli esiti in scienze (materia fondamentale testata in  PISA 2015), al contrario l’eccessivo uso di internet nei giorni di scuola porta ad alcuni peggioramenti nell’apprendimento. La questione non riguarda per ora l’Italia dove l'utilizzo di internet a scuola è al 23° posto sui Paesi esaminati. Il messaggio è comunque chiaro: fino a quando le tecnologie digitali non saranno implementate in maniera efficace  e consapevole ad uso didattico, è meglio moderarne l’uso sia a casa che a scuola.

Focus 84
Le attività che aiutano gli adolescenti a collaborare con i compagni

Sanno collaborare meglio con i compagni gli studenti che praticano una moderata attività fisica, che  aiutano in famiglia o si prendono cura di un suo membro, che incontrano regolarmente i propri amici o parlano con loro al telefono. Mentre ha un effetto negativo l’uso dei videogiochi al di fuori della scuola.

Focus 85
In meno di 1/3 dei Paesi gli insegnanti migliori insegnano nelle scuole più problematiche, ciò amplia il divario tra gli esiti

Le differenze nei risultati degli studenti legate allo status socio-economico sono più ampie nei Paesi dove le scuole svantaggiate  impiegano insegnanti  meno qualificati e meno esperti rispetto alle scuole avvantaggiate. Purtroppo la maggioranza dei Paesi compensano le scuole svantaggiate con classi più piccole e/o con rapporti studenti-insegnanti inferiori, anziché convogliarvi gli insegnanti migliori, che avrebbero un effetto molto maggiore sui risultati di apprendimento.

Focus 86
La relazione fra partecipazione ad attività sportive degli studenti, esiti scolastici e  benessere

Il 52% degli studenti dei Paesi OCSE ha dichiarato di impegnarsi in attività fisiche vigorose. Questo è correlato positivamente al benessere degli studenti. Relativamente agli esiti scolastici, tendono a ottenere risultati migliori gli studenti che svolgono un'attività fisica moderata almeno un giorno alla settimana rispetto a quelli che non fanno alcuna attività fisica, ma le cose cambiano per chi pratica attività fisica vigorosa quotidianamente.

Leggi le versioni integrali sul sito ADi

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Due nuovi e innovativi progetti Erasmus Plus per ADI

 ADi è lieta di comunicare la sua partecipazione a due nuovi progetti Erasmus Plus approvati quest’anno:

1) Play to lead: un gioco da tavolo per l'educazione alla leadership
(Progetto Erasmus+ 2018-1-DK01-KA201-047082)

2) ToolVip24 : nuovi strumenti per l’orientamento efficace dei giovani
(Progetto Erasmus+2018-1-IT01-KA202-006730)

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Play to lead: un gioco da tavolo per l'educazione alla leadership
(Progetto Erasmus+ 2018-1-DK01-KA201-047082)

ADi ha iniziato a collaborare con Scholé, scuola portoghese per bambini dai 3 ai 12 anni e Advancis società portoghese di servizi nei settori dell'istruzione e della formazione, alla realizzazione di un nuovo progetto Erasmus+ dal titolo "Play to lead: un gioco da tavolo per l'educazione alla leadership", presentato da UCL (University College of Lillebealt), coordinatore di progetto, all’agenzia Erasmus+ Danese. Obiettivo del progetto è creare un gioco da tavolo per l'educazione alla leadership dei bambini delle scuole primarie e secondarie (dai 6 ai 15 anni) e migliorare le soft skills necessarie per il futuro (ad esempio il rispetto reciproco, la presa di responsabilità, la resilienza ecc ), in contesti di apprendimento formale, non-formale e informale.

Il primo incontro del progetto si è tenuto a Odense, in Danimarca, il 22 e 23 ottobre 2018. Oltre ad ADi hanno partecipato membri di Advancis, Projeto Scholé, Tabasalu Gymnasium, una scuola estone, e UCL.

Ci saranno altri incontri transnazionali nel 2019/2020 in Portogallo, Estonia e Italia ed eventi moltiplicatori in tutti i paesi coinvolti. A gennaio ADi emanerà un bando per selezionare due associati ADi per la partecipazione al corso per docenti che si terrà in Portogallo a settembre 2019. La sperimentazione del gioco sarà tuttavia aperta a tutti i docenti che vogliano provarlo. Seguiteci per conoscere gli sviluppi di questo interessante progetto. 

ToolVip24 : nuovi strumenti per l’orientamento efficace dei giovani
(Progetto Erasmus+2018-1-IT01-KA202-006730)

Partner del progetto sono scuole Polacche, Tedesche, Norvegesi e Italiane, ADi. l’Università Sapienza di Roma e Fonix  un’azienda norvegese per l’orientamento.

Il progetto è stato presentato in Italia dalla scuola Rosa Luxemburg di Bologna ed è risultato primo tra i progetti KA202 per lo scambio di buone pratiche. La progettazione è stata curata assieme ad ADi.

Obbiettivi specifici del progetto sono:

1) Lo studio di diversi strumenti per l'orientamento utilizzati nei diversi paesi partner

2) Lo studio di sistemi di monitoraggio di qualità atti a verificare l'efficacia degli strumenti per l'orientamento

3) Lo studio delle diverse linee guida esistenti per counsellor

4) La costituzione di un network europeo che permetta lo sviluppo di nuove partnerships su questi argomenti

Si intende inoltre valutare la capacità dei diversi strumenti per l'orientamento di sviluppare nei giovani, le competenze che si collocano nell'area "risorse" del documento EntreComp della Commissione Europea uscito nel 2016; in particolare le competenze che fanno riferimento all'autodeterminazione ed autoefficacia.

Si prevede infine che i docenti delle scuole partner testino almeno uno strumento orientativo diverso rispetto a quello utilizzato a scuola su almeno 30 studenti.

Le attività progettuali prevedono oltre al primo kick off meeting che avrà luogo il 10 e 11 dicembre a Bologna e agli incontri di studio in tutti i paesi partner, un corso di formazione sulla gestione efficace dei progetti Erasmus Plus le cui iscrizioni sono ormai chiuse per raggiungimento del numero massimo di partecipanti.

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