|
|
IL SEMINARIO INTERNAZIONALE ADI TORNA IN PRESENZA! IL 21 E 22 OTTOBRE DI NUOVO A BOLOGNA A VIVERE INSIEME DUE GIORNATE APPASSIONANTI
|
Il titolo del seminario è “QUESTA SCUOLA NON HA PIÙ PARETI. Un approccio ecosistemico all’apprendimento”. Il "fil rouge” che lega le tre sessioni è la convinzione che, dopo una pandemia, che ha modificato nel profondo le relazioni umane, sociali ed economiche, con una guerra nel seno dell’Europa che sta cambiando l’ordine mondiale, sia impensabile continuare a rimanere inermi di fronte al tenace conservatorismo di quell’istituzione chiamata scuola, la cui massima aspirazione, molto spesso disattesa, permane il “successo” dei singoli entro le singole cittadelle scolastiche. Ascolteremo una nuova narrazione: l’educazione si “espanderà” in una visione ecosistemica, dove ambiente e capacità umane, dentro e fuori la scuola, a livello locale, nazionale, globale lavoreranno insieme come parti interdipendenti che si rafforzano e sostengono a vicenda. Un ecosistema che incorporerà i valori del benessere, della sostenibilità, della solidarietà, della condivisione delle responsabilità, e che offrirà agli studenti la possibilità di apprendere in contesti reali e misurarsi con sfide autentiche. Sarà davvero bello ritrovarsi, in quel grande salone di San Domenico, dove siamo sempre riusciti a ricreare entusiasmo e voglia di fare, a ritrovare stimoli per riprovarci in questo nostro mestiere. Un mestiere spesso pesante, a volte frustrante, ma affascinante quando lo si vive e affronta insieme, quando rinasce il desiderio di esplorare nuovi percorsi e raggiungere nuovi traguardi. Di seguito le 3 sessioni. 1^ Sessione venerdì 21 ottobre mattina La sfida dei curricoli nell’era dell’intelligenza artificiale
|
La prima sessione, coordinata da Maria Teresa Siniscalco, esperta di innovazione educativa, affronterà la cruciale questione del curricolo: Come ridisegnare il curricolo per colmare il gap che divide la formazione attuale dai bisogni di oggi e di domani dei giovani? Come valorizzare la cultura tecnico-scientifica e superare la separatezza da quella umanistica? Come eliminare la bulimia dei curricoli? Come gestire curricoli flessibili? Come incorporare valori e attitudini nel curricolo? Questi ed altri temi saranno affrontati da: Fabio Minazzi, ordinario di filosofia della scienza, allievo di Ludovico Geymonat, il più titolato a parlare dell’umanesimo scientifico e del problema delle due culture; Miho Taguma, Project Manager dell’OCSE Education and Skills 2030, impegnata da tempo sull’analisi dei curricoli a livello internazionale; Giulia Baccarin, la giovane brillante Ceo di MIPU con una specifica dedizione alla valorizzazione dell’educazione scientifica delle ragazze; Amna Habiba, un’eccezionale sedicenne pakistana che si batte per l’istruzione delle bambine e delle ragazze nel suo Paese e non solo; David Price, esperto in innovazione delle organizzazioni, estroso e vivace conferenziere e formatore a livello internazionale, insignito dalla Regina Elisabetta II Officer of the Order of the British Empire. 2^ Sessione: venerdì 21 ottobre pomeriggio Ecosistemi di apprendimento: equità, eccellenza e inclusività
|
La seconda sessione, coordinata da Roberto Ricci, Presidente INVALSI, entra nel vivo degli ecosistemi di apprendimento, e affronta tre questioni fondamentali, l’equità, l’eccellenza e l’inclusività, che saranno trattate da: Larry Rosenstock, il fondatore e Amministratore Delegato emerito della famosa scuola High Tech High di San Diego in California, sviluppata su un intelligente connubio fra tecnologia digitale e operatività artigiana; Andreas Schleicher, Direttore Generale della Divisione Education and Skills all’OCSE, il cui libro Una scuola di prima classe, edito da Il Mulino, è una miniera di informazioni e suggerimenti; l’australiano Stephen Harris, che divide il suo impegno fra Sidney e Barcellona dove dirige Learnlife, un ecosistema pionieristico di apprendimento; Edmund Lim, profondo conoscitore dell’istruzione a Singapore dove l’educazione dei giovani è stata l’elemento trainante dell’eccezionale sviluppo economico di quel Paese; Paolo Barabanti, ricercatore INVALSI, tra i cui interessi figura l’”eccellenza” nella scuola italiana, un settore, quello dei talenti, sottovalutato e trascurato nel nostro Paese. 3^ Sessione: sabato 22 ottobre mattina Neuroscienze e apprendimento: come ri-immaginare la didattica, il tempo e lo spazio
|
La terza sessione, coordinata da Giulia Guglielmini, Presidente della Fondazione per la scuola, affronta il tema dell’applicazione delle neuroscienze alla scuola, analizzando come essa influisca sulla didattica, sul tempo e sugli spazi. Questi temi saranno affrontati da: Filippo Gomez Paloma, Professore Ordinario all’Università di Macerata, noto per il suo particolare interesse per la “Cognizione incarnata”, Embodied Cognition, di cui ha seguito specifiche applicazioni in varie scuole; l’inglese Dave Strudwick dirigente di scuole nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Cina e ora fondatore e preside di una scuola estremamente innovativa a Budapest, la REAL School, che usufruisce della consulenza di Beau Lotto, Professore di Neuroscienze, all’Università di Londra, saranno anche presenti alcuni suoi studenti; l’israeliano Guy Levi, noto per aver introdotto pedagogie innovative sia nel suo Paese sia a livello internazionale, con particolare interesse per il tema del ”tempo” nell’apprendimento; infine la danese Lene Jensby Lange, socia onoraria di ADi, fondatrice e Ceo di Autens Future Schools, un’agenzia di consulenza specializzata nella trasformazione delle scuole con specifico riferimento alla progettazione degli spazi di apprendimento. Leggi qui: Presentazione, Programma, Relatori, Modalità di iscrizione Read more: Presentation, Programme, Speakers & Enrollement
|
ADI: PREOCCUPAZIONE E SCONCERTO PER LE RIFORME SU FORMAZIONE E RECLUTAMENTO NEL PNRR 2
|
Il direttivo ADi ha espresso una documentata preoccupazione per le riforme relative alla “missione” n. 4 del PNRR, Istruzione e Ricerca, varate con il Decreto legge n. 36 del 30/04/2022. In realtà non di riforme si tratta, ma di provvedimenti transitori, sanatorie e rinvii a dopo le elezioni politiche del 2023, quando tutto sarà prevedibilmente bloccato o modificato. Del documento ADi si riferiscono i punti essenziali relativi a: 1) Formazione iniziale 2) Reclutamento 3) Scuola di Alta Formazione continua
|
1) Riforma della formazione iniziale: un collage ad Arlecchino
|
Nel decreto citato la formazione iniziale è un collage estemporaneo di quattro possibilità a scelta dei singoli con l’aggiunta di una quinta in fase transitoria. Un'arlecchinata, che cerca di scongiurare proteste, varata per rispettare le scadenze, quindi i finanziamenti del PNRR. A REGIME A regime il sistema di formazione iniziale dei docenti di scuola secondaria di 1° e 2° grado sarà articolato in un percorso universitario abilitante corrispondente a 60 crediti formativi, comprendenti il tirocinio, acquisibili: 1) dopo la laurea magistrale, 2) durante la laurea magistrale o negli ultimi due anni della laurea magistrale a ciclo unico, 3) durante la laurea triennale; 4) con un percorso di soli 30 crediti formativi acquisibili DOPO il superamento del concorso per chi ha 3 anni di servizio. IN FASE TRANSITORIA Fino al 31/12/2024, a queste 4 possibilità se ne aggiunge una quinta, che prevede per tutti (senza i 3 anni di servizio) l’accesso al concorso con una formazione iniziale di soli 30 crediti formativi, e l’acquisizione degli altri 30 dopo il superamento del concorso. LA PROPOSTA ADI ADi parte dal presupposto che l’insegnamento è una professione, che richiede ciò che è proprio delle professioni: una specifica formazione, standard professionali (che cosa devono sapere e saper fare gli insegnanti), un codice deontologico, una selezione rigorosa, propri organi professionali. A questo fine ADi richiede: - analoghe modalità di formazione iniziale per gli insegnanti della scuola primaria e secondaria; - istituzione della laurea magistrale (biennio specialistico dopo la laurea triennale) per tutti i docenti, con accesso altamente selettivo. I docenti della scuola primaria devono potervi accedere non solo dall’attuale laurea triennale ma anche da altre lauree triennali, es. lettere, matematica, pedagogia ecc. - Contestualità del tirocinio nel biennio specialistico della laurea magistrale, che diventa laurea abilitante per docenti di scuola primaria e secondaria. - Definizione di standard professionali nazionali per la formazione iniziale e per la valutazione finale della laurea abilitante. - Iscrizione in un albo regionale dopo il conseguimento dell’abilitazione. Questa è a nostro avviso la sola soluzione seria per dare dignità e qualificazione professionale alla docenza, entro un percorso di 5 anni. E potrebbe, finalmente, dare al 1° ciclo quella continuità verticale che non si è mai riusciti a creare soprattutto per la diversissima impostazione della formazione iniziale degli insegnanti. Va aggiunta un’ulteriore considerazione: la soluzione della laurea magistrale per esercitare la docenza appare oggi più praticabile dopo l’approvazione in via definitiva dal Senato, il 6 aprile 2022,della legge 2415 che consente di iscriversi contemporaneamente a due diversi corsi di laurea, di laurea magistrale o di master. > Leggi tutto
|
2) Riforma del reclutamento: “l’inesorabile tragedia della perseveranza storica”
|
A questa “riforma” ben si attaglia la frase usata da Sabino Cassese, “l’inesorabile tragedia della perseveranza storica”. Dal 1948 a oggi, cioè in 74 anni, abbiamo avuto 65 leggi e decreti su reclutamento, abilitazioni e concorsi riservati, e i concorsi riservati superano di gran lunga quelli ordinari. Tutti con lo stesso marchio: da un lato il centralismo e dall'altro l’anzianità di servizio come condizione di accesso privilegiato. È questa tragica perseveranza storica, che ripropone oggi, nel Decreto-legge n.36 del 30/04/22, altre sanatorie per anzianità, altri mega concorsi nazionali, altre abilitazioni accorciate prese anche dopo il concorso, altre prove che non certificano qualità alcuna. Il RECLUTAMENTO NEL DECRETO LEGGE Si erge a norma permanente il principio secondo cui gli anni di precariato permettono di eludere le norme generali e facilitano l’accesso. A questo si aggiunge una norma transitoria, fino al 31/12/24 secondo cui si può partecipare al concorso con soli 30 crediti universitari, anche senza anni di servizio, e acquisire gli altri 30 dopo il superamento del concorso. Le modalità concorsuali rimangono rigorosamente centralizzate, nonché poco qualificate. Sullo scritto hanno messo di tutto: quesiti a risposta multipla o una prova strutturata fino al 31 dicembre 2024, e la promessa di diventare più seri dal 1° gennaio 2025 con quesiti a risposta aperta! L’unica novità positiva è la cadenza annuale del concorso, ma è difficile prestare fede a questa norma, visto che finora non sono mai state rispettate né la cadenza triennale, né quella biennale, presenti in altre leggi. Per il Ministro il dato più rilevante sono le assunzioni di 70.000 insegnanti entro il 2024, da varie graduatorie. Ma allora non parliamo di riforme! LA PROPOSTA ADI ADi esprime innanzitutto una decisa opposizione ai mega concorsi nazionali, che non hanno mai funzionato, e considera come sola possibile soluzione l’indizione di concorsi di scuola e/o di rete. A questo livello decentrato diventa possibile l’indizione annuale, o meglio ogni volta che si è in presenza di posti vacanti stabili. Il solo modo per non riprodurre precariato. Il reclutamento va collegato alla formazione iniziale. La platea dei partecipanti deve essere pertanto limitata agli iscritti all’Albo degli abilitati della Regione di appartenenza della scuola o rete, a cui possono iscriversi gli abilitati di qualsiasi Regione, purché sia l’unica scelta. Un’altra condizione è la non riproduzione delle graduatorie degli idonei, una battaglia intrapresa molte volte e persa sempre. Un’ultima questione riguarda le supplenze, che non dovrebbero essere collegate a nessuna “raccolta punti”, che è un modo per fare valere l’anzianità e non la qualità, anche prima dell’accesso al ruolo, ed è altresì un modo per alimentare aspettative anche quando non ne esistono le condizioni. Si avrà il coraggio di affidare alle scuole e/o reti di scuole il reclutamento? Bisogna trovarlo! Sarebbe anche il solo modo per valutare le attitudini all'insegnamento. > Leggi tutto
|
3) La Scuola di Alta Formazione continua
|
Nella scuola italiana, quando si devono varare riforme, il metodo in uso da decenni è “aggiungere”, non modificare. La Scuola di Alta Formazione risponde a questa logica, ma per dare nuovo slancio alla professione docente, non c’è bisogno di questo nuovo carrozzone centralistico. C’è invece bisogno di creare ponti, “living bridges”, come li definisce Peter Diamandis in Bold, persone che si uniscono, a livello nazionale e internazionale, attorno a un grande scopo trasformativo, facilitate dall’utilizzo del digitale. E’ enorme il potere che si sprigiona quando ci si connette, ci si mette assieme e si condividono e confrontano idee e progetti. Un processo che però va guidato e allora si deve creare quella diffusa leadership ecosistemica, come l’ADi l'ha definita, che conti su competenze collaborative e imprenditive di ordine complesso, capaci anche di una nuova integrazione con le risorse digitali, utili a scardinare l’inossidabile «grammatica della scuola». Altrettanto importante è la valorizzazione delle Associazioni Professionali di Docenti e Dirigenti Scolastici. NESSUNA CARRIERA, SOLO VECCHI INCENTIVI Collegato alla Scuola di Alta Formazione è inoltre istituito un Fondo per l’incentivo alla formazione a decorrere dall’anno 2027. Il riconoscimento dell’incentivo salariale è corrisposto ai docenti che, oltre alla formazione, hanno svolto ore aggiuntive di attività di progettazione, mentoring e coaching, non remunerate con le risorse del fondo, e che abbiano conseguito una valutazione individuale positiva. Il carico orario aggiuntivo e i criteri di incentivazione salariale sono rimessi alla contrattazione collettiva. L’attribuzione dell’incentivo salariale potrà essere riconosciuta a non più del 40% di coloro che ne abbiano fatto richiesta. Siamo alle solite, e conoscendo la nostra storia, possiamo prevedere, con ottime probabilità, che nemmeno questo brutto topolino nascerà. LA PROPOSTA DI ADI ADi riproporre con forza la creazione di una leadership diffusa, ecosistemica, fondamentale per rendere attrattiva la professione docente, per sostenere le scuole autonome e per dare futuro e nuovo slancio alla formazione iniziale e continua dei docenti. Una leadership che si costruisce differenziando la carriera docente e prevedendo lo sviluppo di più percorsi, dentro e fuori la scuola, con proprio stato giuridico e livelli retributivi. Bisognerà vincere resistenze dei Sindacati, la loro pretesa onnivora nei confronti di tutti gli aspetti della professione docente, e mettere finalmente mano a un nuovo stato giuridico. > Leggi tutto
|
L’attività formativa dell’ADI è nota per l’alta qualità dei propri corsi e seminari, che si avvalgono di personale di chiara competenza, stimolano l’innovazione e il miglioramento e aprono a una visione internazionale dell’istruzione. Per visionare tutti i corsi vai al Catalogo dei corsi
|
|
|
|
|