Il vero, il bello, il bene:

le basi dell'educazione di tutti gli esseri umani

Una conversazione con Howard Gardner

Introduzione di John Brockman

Howard Gardner, docente di Scienze dell'Educazione al'Università di Harvard, è profondamente coinvolto nella riforma dell'istruzione, in particolar modo di quella americana. E' molto preoccupato che la discussione, sia negli Stati Uniti che all'estero, sia tutta concentrata sugli aspetti metodologici e tecnici.

"Noi dissertiamo all'infinito sulle scuole private, sui buoni scuola, se dobbiamo avere standards nazionali, chi deve fissarli, se ci devono essere test nazionali, se i sindacati sono un problema o una risorsa, chi deve finanziare l'istruzione, ecc..," dice. Questi problemi non sono banali, ma ciò che manca secondo Gardner è il dibattito sui fini dell'istruzione per il presente e per il futuro: "Platone e Socrate avevano moltissimo da dire su questi argomenti, anche Confucio e Rousseau. Ma non possiamo continuare a dare risposte tradizionali. Ora sappiamo moltissime cose sugli esseri umani che non conoscevamo prima, basti pensare a ciò che abbiamo appreso sulla mente e il cervello e sulla diversità delle culture."

Gardner ha scritto quindici libri, nove dei quali hanno nel titolo la parola "mente". Leggete questa intervista e capirete perché.

John Brockman intervista Howard Gardner

(stralci dell'intervista)

JB : Che cos'è l'istruzione? Lei parla di un metaprogramma? L'istruzione è una disciplina? E' una scienza?

GARDNER : Per spiegarlo sto scrivendo un libro su come tutti, in tutto il mondo, dovrebbero essere istruiti.

 

JB : E come dovrebbero essere istruiti?

GARDNER : Vorrei  che le persone che hanno ricevuto un'istruzione potessero capire il mondo in modo diverso da come l'avrebbero capito se non l'avessero ricevuta. Quando parlo del mondo mi riferisco al mondo fisico, biologico, sociale, il loro mondo personale e insieme il più vasto mondo sociale e culturale . Ci sono domande a cui ogni essere umano è interessato fin dalla tenera età. Sono domande che i bambini fanno continuamente: "Chi sono, da dove vengo, di che cosa è fatto questo, che cosa mi capiterà, perché la gente fa la guerra, perché c'è l'odio? Esiste un potere superiore?" Domande di questo tipo, anche se i bambini di solito non le fanno con queste parole, sono presenti nei loro giochi, nelle loro storie, nelle favole che amano farsi raccontare .

Queste sono anche le domande che storicamente si sono poste la religione, la filosofia e la scienza. Ora se è importante per le persone porsi queste domande e ricorrere alla propria personale esperienza per darvi risposta, sarebbe però folle pensare che non si debba fare tesoro delle risposte che nel corso dei secoli altri hanno tentato di dare a quelle stesse domande. E le discipline rappresentano, secondo me, il più grande sforzo di fornire queste risposte.

La storia ci dice da dove veniamo. La biologia ci spiega cosa significa essere vivi. La fisica ci parla del mondo degli oggetti, vivi o inerti.

E' importante enfatizzare il ruolo delle discipline nell'istruzione scolastica. Alcuni pensano che le discipline siano irrilevanti, altri pensano che il lavoro interessante sia solo quello interdisciplinare, e che si possa tranquillamente saltare a quello. Io respingo queste impostazioni. Le discipline sono ciò che ci separa dai barbari; e non credo che si possa fare lavoro interdisciplinare senza avere studiato le discipline.

Quelli che difendono le discipline, però,  spesso cadono nell'estremo opposto. C'è una battuta che dice: nella scuola elementare amiamo i bambini, nella secondaria amiamo le discipline, all'università amiamo noi stessi. Non credo che le discipline debbano essere amate per loro stesse; dovrebbero essere viste come il migliore strumento per dare risposte a quelle domande alle quali sono interessati gli esseri umani.

Per rispondere quindi alla sua domanda, istruire secondo me significa aiutare le persone a capire quali sono state le risposte migliori che le culture e le società hanno date alle domande di fondo, quelle che chiamerei domande essenziali. Dopo, alla luce di tutte le elaborazioni precedenti, potremo dare le nostre risposte, potremo fare le nostre sintesi,.

La parola capire è molto importante in questo contesto, perché direi che oggi la parte predominante di ciò che si fa a scuola, almeno in America, non ha niente a che fare con il capire. Ha a che fare con la memorizzazione di materiale che poi viene verificato con i test. Capire per me significa partire da qualcosa che si è imparato, una competenza, una conoscenza, un concetto, e saperlo applicare adeguatamente in una situazione nuova. Raramente chiediamo agli studenti di farlo. La scoperta più interessante della scienza cognitiva nei confronti dell'istruzione è stata quella di avere verificato che quando chiediamo anche ai migliori studenti delle migliori scuole di utilizzare le conoscenze in una situazione nuova, normalmente non sanno farlo.

 

JB : Si spieghi meglio

GARDNER :  E' improvvisamente diventato irrilevante  che la gente memorizzi molte cose. Perché questo lo possono fare i computer e altri  strumenti. Quando dico che bisogna capire la disciplina per poter affrontare le domande fondamentali, voglio dire che abbiamo bisogno di allenare i modi di pensare, così quando ci si trova di fronte a cose nuove, si deve poter dire: "Bene, so come affrontarle grazie ad alcuni modi di pensare che ho appreso; o se non sono in grado di farlo immediatamente ho almeno alcuni riferimenti che mi aiutano a capire come devo muovermi." E i riferimenti possono essere altre persone, libri, o esperienze che si possono fare da soli; ci sono molte possibili opzioni.

L'abitudine di studiare le discipline dall' a alla zeta, e imparare tutti i fatti e tutti i concetti, è propria delle scuole di tutto il mondo. Ma non è mai stata una buona idea, ed ora è diventata assolutamente inconsistente. Personalmente butterei via il 95% del curricolo; cercherei di capire quali sono le domande e gli argomenti davvero importanti, darei tantissimo tempo per imparare come ragionano su quegli argomenti le menti che hanno acquisito quello specifico abito disciplinare e poi concederei molto tempo per praticarle per proprio conto.

 

JB : Proviamo a essere più concreti sulle sue attuali iniziative.

GARDNER : Io sono un progressista in educazione -un seguace di Dewey e di persone come lui- ma voglio partire dai conservatori, che  in questo paese continuano a dominare la discussione sull'istruzione. Quello che sto facendo è di scegliere cose alle quali i conservatori non potranno assolutamente opporsi: il vero, il bello, il bene. Quando parlo di verità, parlo di scienza, ma anche di conoscenze popolari; quando parlo di bellezza, parlo di arte, ma potrebbe essere anche la natura, quando parlo del bene e del male parlo dell'etica.

Il mio argomento tipo per trattare della verità è la teoria dell'evoluzione; quello per trattare della bellezza è la musica di Mozart, quello per trattare della moralità è l'Olocausto.

Per entrare più in dettaglio: il mio esempio per l'evoluzione sono i fringuelli di Darwin; per la musica di Mozart il trio nel Matrimonio di Figaro -il tredicesimo pezzo del primo atto- e per l'Olocausto la Conferenza di Wannsee, dove i Nazisti decisero la Soluzione Finale. Queste tre cose -i fringuelli, il trio, e la Conferenza di Wannsee- rispondono realmente alle domande alle quali sono interessati i bambini (per esempio, perché ci sono tanti diversi tipi di uccelli in una piccola isola?). Sono quelle che io chiamo punti di accesso agli argomenti cruciali che permettono di pensare in termini scientifici, storici o estetici.

Quello che io farei come insegnante sarebbe di spendere settimane, mesi, anche anni, per andare a fondo in queste cose così che le persone riescano a sviluppare quegli abiti mentali che permettono di ragionare sugli argomenti in modo scientifico, storico, o estetico.

Se lei mi chiedesse se si deve studiare fisica, chimica, biologia o geologia nella scuola superiore, le direi che non fa nessuna differenza. Si dovrebbero studiare alcuni argomenti, naturalmente, ma la scelta è assolutamente aperta, mi interessa la profondità non l'estensione. Non sto parlando dell'istruzione universitaria; sto parlando dell'istruzione dai 6 ai 18 anni. Quello che voglio per i  ragazzini che hanno frequentato la scuola dalle elementari alle superiori è che abbiano acquisito il senso di quello che la loro società pensa  sia vero, bello e bene; falso, brutto e male;  che sappiano riflettere su tutto questo e poi agire secondo le loro convinzioni.

 

JB : Ma dov'è l'Howard Gardner delle intelligenze multiple in tutto questo? L'Howard Gardner che nel campo dell'educazione è noto quasi esclusivamente  per le intelligenze multiple?

GARDNER : Ci sono state letteralmente centinaia e forse migliaia di applicazioni delle mie idee nel campo dell'istruzione, sia in questo paese che nel resto del mondo. Lo dico con imbarazzo ed orgoglio, perché non ho avuto quasi niente a che fare con tutto questo, sono cose che altri hanno fatto. Ma una cosa che mi ha colpito è la superficialità di tante applicazioni, e un pensiero ossessivo  mi insegue in tutto il mio lavoro attuale: non voglio essere coinvolto nella banalizzazione dell'istruzione.

Quello che tento di dire è che se si è capaci di decidere  quali sono le cose importanti, quali sono le cose sulle quali vale la pena di spendere del tempo, come l'evoluzione e la musica di Mozart, poi si possono affrontare questi argomenti in molti modi diversi . La teoria delle intelligenze multiple può essere utile almeno da tre punti di vista.

Prima di tutto per decidere  quelli che ho definito i punti di accesso.

In secondo luogo per fornire efficaci analogie o metafore di ciò che si vuole far capire. Non sappiamo se ci sono sette analogie, come le sette intelligenze da me definite, per qualsiasi cosa che si vuole spiegare, ma c'è sempre più di un'analogia o di una metafora.

In terzo luogo per identificare ciò che chiamo i diversi linguaggi del modello che servono alla comprensione di un concetto. Prendiamo l'evoluzione. Si può imparare l'evoluzione utilizzando la lingua comune, oppure la logica, e ancora  disegnando diagrammi con l'albero a rami, o facendo classificazioni tassonomiche delle varie specie, eccetera. Molti, compreso gli esperti, fanno l'errore di pensare che una di queste lingue costituisca per così dire la rappresentazione privilegiata di un argomento. Al contrario io direi che la comprensione di un argomento può considerarsi solida se sappiamo rappresentarlo in diversi modi e se siamo in grado di passare velocemente da una rappresentazione all'altra.

Qui divento Howard Gardner il progressista. Noi dobbiamo insegnare argomenti importanti sulla base di ciò che sappiamo dei diversi modi in cui i bambini costruiscono il pensiero e dei diversi modi in cui si riesce a dare un senso al mondo. Così facendo, per prima cosa raggiungeremo un maggior numero di bambini, è noto infatti che alcuni imparano dai racconti, alcuni dalle opere d'arte, alcuni maneggiando delle cose. Inoltre riusciremo a dare loro il senso di cosa significa essere esperti, perché gli esperti ragionano sulle cose in tanti modi diversi. Se si è in grado di ragionare su un argomento in un solo modo, la comprensione di quell'argomento è molto limitata, o forse non esiste affatto.

 

JB : E' dunque questo il nuovo approccio educativo per tutti? E lo ha sperimentato, per esempio, in una scuola pubblica in un quartiere povero di una grande città?

GARDNER : Io non sto dicendo che tutti debbano studiare l'evoluzione, Mozart e l'Olocausto. Io sto dicendo che tutti hanno bisogno di lavorare entro la propria cultura per capire quali sono le verità importanti e le falsità, le bellezze e le brutture e la moralità, e hanno bisogno di spendere tempo su queste cose. E' una questione molto importante quella di spendere molto tempo su una cosa, piuttosto che sorvolare superficialmente su tante . La gente dice: devi leggere 500 libri prima di uscire dalla scuola superiore -io dico che sono idiozie! Si deve leggere un numero limitato di buoni libri molto attentamente, e imparare a pensare su quei libri. Avete il resto della  vita per leggere Moby Dick, o Silas Marner o The Color Purple.

Il Presidente Clinton ha detto che tutti i bambini di terza devono saper leggere. Io dico che noi sappiamo come si insegna a leggere; ma il problema vero è che i bambini non leggono. L'alfabetizzazione deve essere un mezzo per giungere ai saperi. Le discipline sono quelle che ci aiutano a trovare le prime ragionevoli risposte a tutte le domande essenziali. Non possiamo farlo da soli. Ma ci sono solo tre o quattro discipline fondamentali di cui dovremmo curarci prima dell'università.

La prima riguarda la capacità di pensare scientificamente. La maggior parte degli americani crede ancora nell'astrologia; non ha nessuna chiave per capire  come dare senso a un esperimento. Non sa che cosa sia un'ipotesi.

  La seconda riguarda la storia del proprio paese, e anche un po' del resto del mondo. Ma di nuovo, la gente non sa pensare storicamente, pensa che le guerre puniche siano avvenute più o meno al tempo dell'amministrazione Truman. Non capisce i modi in cui  siamo uguali o diversi rispetto ad altre culture, altre ere storiche, tende a pensare che il passato sia tutto diverso e tutto brutto, pensa che la storia sia progresso -la gente è piena di idee sbagliate.

  La terza riguarda la capacità di capire le opere d'arte, perché sono i tesori della cultura.

La quarta riguarda la matematica, perché è la lingua della scienza, e non si procede senza conoscerla.

 

JB : Così cosa accade in questa sua scuola ideale?

GARDNER : Gli studenti imparano alcuni argomenti importanti, cari alla cultura, e si impossessano di alcuni strumenti. Se  vogliono conoscere altre cose oltre a quelle su cui si sono concentrati, potranno studiarle all'università o impararle per proprio conto, hanno il resto della vita per farlo.

 

JB : E come si verifica e si valuta quello che hanno imparato?

GARDNER : Si chiede loro di fornire dimostrazioni pratiche di quanto hanno capito. Si dà loro del materiale che non hanno mai incontrato prima, e si chiede di darvi un senso: "Avete studiato l'Olocausto?" "Bene, vi racconterò della Bosnia, o di che cosa è successo in Armenia nella prima guerra mondiale. E voglio che voi ne parliate, o ne scriviate, o le rappresentiate. Dovete aiutarmi a capire che cosa è successo e dirmi in che modo ciò che è avvenuto in Bosnia o in Armenia è simile o diverso da ciò che avvenne in Germania. Estendete il vostro pensiero. Usate le vostre conoscenze in una situazione nuova."

"Avete studiato l'evoluzione?" "Vi dirò qualcosa della realtà virtuale, se siete interessati a questo argomento. Vi chiederò di ragionare dei computer."

"Avete letto un'opera di George Eliot?" "Vi darò un libro di Jane Austen: non mi interessa quale, è del tutto irrilevante, e dovrete parlarmene".

E gli studenti che vinceranno una borsa di studio per frequentare  costose università private non dovranno  più essere quelli che sanno a memoria le date di tutte le battaglie o tutte le formule chimiche. Dovranno essere quelli che sapranno dimostrare  come si ragiona su determinati argomenti. Dato un centinaio di scelte,  dovranno cimentarsi su qualcosa che conta davvero nella cultura.

Per quanto concerne gli esempi che ho fatto (evoluzione, Mozart, Olocausto), voglio chiarire che servono solo per illustrare ciò che intendo, il punto non è assumere solo quei particolari esempi, il punto è trattare cose che siano davvero importanti. Potrei elencare altri tipi di scoperte scientifiche, citare altri artisti, far studiare la schiavitù, l'Inquisizione, Gandhi, ci sono moltissimi esempi che riguardano l'etica, non deve necessariamente essere solo l'Olocausto.

Quello di cui abbiamo bisogno di discutere è che cosa devono sapere i cittadini delle nostre comunità. I nostri concittadini quando prendono in mano un giornale che ha un articolo sul colesterolo, o su qualche nuovo tipo di contraccettivo, devono essere in grado di dire: "E' credibile? Devo cambiare il mio atteggiamento sulla base di quanto sta scritto qui?" E ugualmente devono essere in grado di decidere come votare su qualsiasi cosa, sia che si tratti di scegliere se abbattere o no una pianta o di destinare o no dei fondi per un nuovo centro artistico. Devono sapere capire abbastanza di analogie  e diversità rispetto ai  precedenti periodi storici, così da essere in grado di esprimere  propri giudizi.

Questo è ciò che l'istruzione pubblica prima dell'università dovrebbe fare, e non concentrare la propria attenzione a individuare esattamente quali sono i migliori prerequisiti per andare a Chimica I anziché a Chimica II.

 

JB : E' un approccio completamente nuovo.

GARDNER : Io mi sento profondamente coinvolto in tutto questo: mi viene proprio dall'anima. Sono dentro le questioni di riforma scolastica da oltre 15 anni e sono frustrato dalla superficialità della discussione, e dalla percezione che non si vuole andare a fondo rispetto a ciò che dovrebbe sapere un comune cittadino, così che possa districarsi in un mondo che cambia con tanta rapidità e che sconcerta.

 

JB : Idee come queste non hanno molte probabilità di essere adottate da una normale amministrazione scolastica, ma possono penetrare nella cultura, magari in modo quasi clandestino.

GARDNER : Ci vorranno 50 anni per vedere se le idee che ho sviluppato avranno avuto un impatto sull'istruzione. Una delle idee su cui mi sono speso moltissimo è quella dell'istruzione centrata sull'individuo. Finora tutti hanno appreso le stesse cose, che sono state insegnate nello stesso modo, verificate e valutate con gli stessi sistemi e criteri. E tutto questo è sempre stato considerato assolutamente giusto ed equo. La mia tesi, che contraddice qualsiasi tesi precedente, è che si tratta del metodo più ingiusto che esista al mondo, perché privilegia un solo tipo di intelligenza, quella che io chiamo logico-linguistica. Chi ha un'intelligenza di questo tipo a scuola va bene, chi vi si discosta e ha un altro tipo di intelligenza è automaticamente un somaro .

Con l'avvento delle nuove tecnologie, l'istruzione centrata sull'individuo sarà solo una questione di tempo. Fra 50 anni la gente riderà dell'idea finora dominante, secondo cui a tutti deve essere insegnata la stessa cosa nello stesso modo. Già adesso per qualsiasi argomento degno di essere  appreso ci sono dozzine di modi per apprenderlo,  accessibili a tutti attraverso la tecnologia. Inoltre, con le macchine intelligenti, è possibile registrare quello che il bambino ha imparato bene, quello che ha imparato male, in che misura l'ha imparato bene o male. Ed è utilissimo disporre di queste informazioni.

Il Progetto Zero, al quale lavoro da 30 anni, che riguarda sia le intelligenze multiple sia l'insegnare a capire, sta dando risultati davvero promettenti.

Per i primi 10 anni di lavoro sulle intelligenze multiple ho tenuto la bocca chiusa e ho lasciato che gli altri  facessero quello che volevano, poi sono giunto alla conclusione che era un errore, perché alcune delle cose che gli altri facevano erano davvero dannose. Così ho cominciato a parlare e ad assumere un ruolo più attivo.

 

JB: Può dire qualcosa di più del Progetto Zero?

GARDNER : Nel Progetto Zero studiamo le scuole di questo paese che dichiarano di coltivare tutti i diversi tipi di intelligenze, e cerchiamo di individuare quelle scuole che lo sanno davvero fare.

Ora, insieme a Bill Damon e a Csikszentmihalyi, abbiamo avviato un nuovo lavoro, che indaga sull'etica nei diversi domini del sapere. Tradizionalmente la legge e la religione erano dei contrappesi. Ora  molto meno, i cambiamenti sono troppo veloci. La chiesa non riesce assolutamente più a stare al passo: ha approvato l'evoluzione dopo 150 anni. E questo è un vero dilemma per il mondo. Certamente non c'è una soluzione a portata di mano. Ma la nostra tesi è che entro ciascun dominio, o professione o vocazione, per usare una parola tradizionale, ci debba essere un maggiore e più diffuso senso di responsabilità per ciò che implicano le diverse idee, le scoperte, le esperienze, e che ci si debba assumere, sia collegialmente che individualmente, maggiore responsabilità rispetto ad usi impropri.

E' la discussione che si sta svolgendo ora su Internet, in relazione al progetto genoma, all'ingegneria genetica, alla clonazione, alla realtà virtuale, ecc.. C'è bisogno che tutto questo entri a far parte della formazione delle persone. Ciò non significa che si debba fare un corso di etica, significa che fin da quando si è apprendisti, da quando si è al primo lavoro, ci si deve rendere conto che non è compito di qualcun altro rispondere delle implicazioni di quello che si sta facendo. Anche questo è un grande cambiamento. E' un progetto sperimentale che abbiamo avviato negli ultimi anni.

 

JB : Quando lancerete tutto questo pubblicamente?  

GARDNER :  Vorremmo prima studiare alcuni domini in profondità. Abbiamo fatto un lavoro abbastanza buono con i media; ma vorremmo confrontare parecchi domini e verificare in che misura si presentano gli stessi problemi, sia che tu sia uno scienziato, un artista, un avvocato, o che lavori nell'esercito.  Allo stesso tempo vorremmo cominciare a lavorare con persone che hanno grandi responsabilità rispetto alla formazione dei singoli individui- non solo nelle scuole di formazione, ma nel primo lavoro.

E' mia opinione che il primo lavoro sia importantissimo. Se si comincia a lavorare presso un giornale o in un laboratorio scientifico con persone che hanno coscienza di ciò che fanno, che si chiedono: "Se scrivo queste cose in questo articolo faccio del male ?" o " Se non controllo l'esperimento di nuovo, cosa può capitare?", non vi è dubbio che se ne riceve una fortissima impronta.

In questa fase stiamo in particolare interessandoci a figure che appartengono alla storia, come Niels Bohr nel campo della fisica, George Orwell, che spunta sempre fuori nei media, o Edward R. Murrow. Persone  che fungono quasi da "fiduciari" di un intero dominio, che ne rappresentano per così dire la coscienza.

 

JB : Torniamo al suo libro, che titolo ha?

GARDNER : " Un'istruzione per tutti gli esseri umani"

 

JB : Come verrà recepito dalla gente?

GARDNER : Se ne riferissero dicendo" Tutti possono capire", sarebbe un bello slogan: la possibilità di capire cose importanti alla portata di tutti. Le élites hanno sempre avuto le loro scuole per questo. Le scuole francesi sono formidabili nel favorire queste capacità nei migliori studenti, ma è, per l'appunto, un lusso.

Ciò che riguarda la creatività umana, che io informalmente chiamo il "buon lavoro", i collegamenti con l'etica e la responsabilità nel lavoro, sono tutte cose che dovremmo affrontare con tutti i bambini a scuola. Quando insegniamo loro cose vere, belle e buone, dovremmo anche parlare delle implicazioni sociali. Se tutto questo sia una nuova religione, non lo so, ma deve diventare parte di ciò che respiriamo, diversamente il mondo non sopravvivrà.