Le relazioni tra studenti e insegnanti hanno conseguenze sul benessere scolastico degli studenti?

Cosa dice il Focus n. 50

L'80% degli studenti dei Paesi OCSE dichiara di essere felice a scuola

Gli studenti passano almeno un terzo del loro tempo a scuola per buona parte dell’anno ed è il loro principale luogo di socializzazione. La scuola ha quindi un impatto significativo sulla qualità della vita degli studenti, sulle loro  relazioni interpersonali e sulle loro disposizioni verso l’apprendimento. Studi longitudinali indicano che i risultati degli studenti nei test PISA sono correlati con il loro successo nella vita futura; ma successo e benessere dipendono anche da come gli studenti progrediscono nella loro socializzazione e nella gestione delle emozioni.
PISA 2012 ha chiesto agli studenti di valutare la loro felicità a scuola per avere informazioni sulla capacità dei sistemi educativi di favorire o indebolire il complessivo benessere degli studenti. In media gli studenti si sentono felici a scuola. Nei Paesi OCSE l’80% degli studenti è d’accordo o molto d’accordo con la frase “a scuola mi sento felice”. Pur con le prevedibili differenze gli studenti di numerosi Paesi hanno riportato sia livelli di felicità sia punteggi in matematica superiori alla media.

Positive relazioni  docenti/studenti =  più benessere e migliori risultati in matematica

PISA suggerisce come relazioni positive tra docenti e studenti sono associate a migliori performance in matematica e possono essere una chiave di lettura attraverso cui le scuole possono favorire il benessere sociale ed emotivo degli studenti. Comparando tra i diversi Paesi OCSE studenti con simile status socioeconomico e simili risultati in matematica, risulta come studenti che hanno positive relazioni con i loro docenti  sono maggiormente felici a scuola, trovano lì i loro amici e aumentano il loro senso di appartenenza alla scuola. Gli studenti apprezzano il fatto che i docenti vadano d’accordo con loro, che siano interessati alle loro esigenze, all’ascolto e che siano corretti.  
Nelle scuole dove sono più positive le relazioni studenti-docenti si registrano minori ritardi nell’arrivo a scuola e un minor numero di assenze, per lo meno nelle due settimane precedenti il test PISA, con l’eccezione delle scuole di Hong - Kong, Indonesia, Liechtenstein e Malaysia.

Secondo il 71% dei dirigenti i loro insegnanti di matematica sono interessati sia al benessere degli studenti sia ai loro apprendimenti

PISA rivela inoltre come la maggior parte degli studenti frequenti scuole dove i docenti credono che il benessere socio-emotivo dei loro studenti sia altrettanto importante dell’acquisizione di conoscenze e abilità specifiche. Infatti il 71% dei dirigenti scolastici di paesi OCSE ritiene che gli insegnanti di matematica delle loro scuole siano interessati al benessere socio-emotivo degli studenti quanto all’ acquisizione di conoscenze disciplinari. 
Le medie OCSE però mascherano notevoli differenze tra i Paesi. In particolare questa percentuale tende a essere minore nei Paesi OCSE di quanto non lo sia negli altri Paesi con alte o basse performance. La Polonia e l’Islanda sono i soli  Paesi OCSE  dove  più del 90% degli studenti frequentano scuole dove i dirigenti attestano questo alto interesse da parte dei docenti per gli aspetti socio emotivi degli studenti. In sei paesi OCSE invece meno del 60% degli studenti frequenta questo tipo di scuole.

COMMENTO

Che benessere a scuola e buone relazioni con gli insegnanti vadano di conserva sembrerebbe una ovvietà, ammenochè non si tratti della scuola di Arancia Meccanica. Meno ovvi i rapporti fra queste due variabili e buone prestazioni.
A volte non solo i profani tendono ad istituire rapporti di causa ed effetto  fra due fenomeni che possono anche correre paralleli o fra i quali il rapporto può anche andare in senso inverso. Il benessere può infatti causare buoni risultati, ma buoni risultati possono anche essere loro a causare benessere.
Peraltro da tempo PISA in Italia registra migliori relazioni nelle scuole con i peggiori risultati. Se ne potrebbe inferire che il lassismo genera ignoranza. Ma in un sistema canalizzato come è quello italiano è forse più giusto pensare che negli Istituti Professionali ed in parte anche negli Istituti Tecnici che registrano prestazioni non esaltanti nelle competenze di base, gli insegnanti siano più accudienti. Mentre è notorio che in generale gli insegnanti di liceo sono più arcigni o distaccati perché pensano che i loro studenti non abbisognano di  accudimento.
Bisogna allora sottolineare come l’associazione suggerita nel focus, non affermata, tra performance in matematica e relazioni positive tra studenti e docenti non sia spesso molto chiara. Altri fattori entrano sicuramente in gioco. Molti paesi non OCSE testimoniano i più alti gradi di benessere scolastico percepito dagli studenti con bassi punteggi in matematica e sono spesso paesi in via di sviluppo (Indonesia, Albania, Perù, Thailandia, Malaysia, Messico, Costa Rica, Kazakhstan). Il Paese industrializzato con il maggior benessere percepito e con un punteggio in matematica pari alla media OCSE è l’Islanda. Altri Paesi si posizionano con i valori al di sopra delle due medie (punteggi in matematica e felicità percepita dagli studenti): Shangai Cina, Hong Kong, Singapore, Giappone, Macao, Viet Nam, Olanda, Canada e Svizzera. Colpisce qui la presenza di quasi tutti i Paesi asiatici dove, forse da Occidentali, pensiamo che gli studenti vivano una vita scolastica dedita quasi esclusivamente all’impegno e all’apprendimento di contenuti e che quindi il benessere e le costruzione di relazioni positive ne risentano. I dati OCSE PISA dicono che non è così. Ma dicono anche altro di interessante. Ad esempio che la Corea fra i Paesi asiatici fa eccezione: ottimi punteggi in matematica ma il più basso valore di benessere percepito tra tutti i Paesi analizzati. E che ad esempio tra i Paesi del Nord Europa la Finlandia è l’unica ad avere sì buoni punteggi, migliori di quelli degli altri Paesi Nord europei, esclusa l’Olanda, ma una felicità percepita tra le più basse. In Danimarca ad esempio la situazione da questo punto di vista sembra molto migliore. Non molti  sono i Paesi con entrambi i valori al di sotto delle due medie ma tra questi ci sono l’Italia e gli USA.
A confermare una situazione non positiva per l’Italia, e invece positiva per la maggior parte dei Paesi asiatici, c’è uno dei più bassi valori dell’ indice di senso di appartenenza percepito dagli  studenti alla scuola, questa volta in compagnia della Francia. Colpisce, anche per questo indicatore, la presenza della Finlandia al di sotto della media OCSE.
Infine il 60% dei dirigenti scolastici italiani ritengono che i loro docenti siano interessati tanto ai risultati scolastici quanto al benessere dei loro studenti. La media OCSE è del 70%. Peggio di noi in Europa da questo punto di vista fa solo la Francia con una percentuale inferiore a 50%. Il rapporto degli studenti quindicenni italiani e francesi con la propria scuola  e quindi con i propri insegnanti non sembra proprio dei migliori. Con questo non si vuole dire che il fattore docente o scuola possa spiegare tutto. Il caso della Polonia e dell’Islanda è indicativo: entrambe queste nazioni hanno il 90% di studenti che frequentano scuole i cui dirigenti ritengono che i docenti siano attenti allo sviluppo del benessere socio emotivo degli studenti. Ma l’Islanda ha una percentuale di studenti che si ritiene felice a scuole che supera il 90%, mentre in Polonia questa percentuale è tra il 65 e il 70%.
Benessere e buone relazioni peraltro sono categorie che è discutibile usare trasversalmente fra popoli con sistemi di valore e di pensiero diversi e storie ed antropologie molto differenti. Nei Paesi asiatici, ad esempio, nella società e pertanto nella scuola vigono  tempi, regole e modalità di rapporto che i nostri enfants gatés considererebbero intollerabili. Così in molti Paesi “in via di sviluppo” può essere apprezzato da giovani quindicenni il semplice fatto di essere collocati in un contesto formativo.
Attenzione poi a dare tutte le responsabilità di un eventuale percezione negativa del clima da parte dei giovani alla scarsa formazione degli insegnanti delle superiori o ad un loro eccesso di rigidità o di distacco. Dovremmo cominciare a prendere atto del fatto che le società occidentali ricche e  molto permissive permettono alle famiglie di creare per i giovani condizioni di agio,  privilegio ed assenza di difficoltà che non sempre la scuola può o vuole concedere.
Una delle finalità educative delle istituzioni scolastiche è quella di aumentare conoscenze e benessere degli studenti. I dati PISA ci dicono che questi in alcuni Paesi sono obiettivi raggiungibili, tanto più che già da PISA 2009 risulta come la buona disciplina in classe unita a positive relazioni tra studenti e insegnanti favorisca l’apprendimento.

Pagina avanti
Indice della paginaTorna ad inizio pagina