Chi sono gli allievi eccellenti in tutte la materie?

Cosa dice il Focus n. 31

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  • - In media nei Paesi OCSE, circa il 4% degli studenti hanno risultati eccellenti in tutto,  in lettura, matematica e scienze.
  • - L’Australia, la Finlandia , Hong Kong-Cina, Giappone, Nuova Zelanda, Shangai-Cina  e Singapore hanno il numero più alto di questi studenti eccellenti rispetto a qualsiasi altro Paese e a qualsiasi altra economia.

A fronte della rapida crescita della domanda di lavoratori molto qualificati, i talenti sono diventati un terreno di  scommessa per una concorrenza cresciuta su scala mondiale, perché essi stimolano l’innovazione e creano nuove conoscenze.

I paesi possono avere un'idea del vivaio dei talenti sui quali potranno contare per l’avvenire, prendendo in considerazione gli studenti che in PISA raggiungono i livelli 5 e 6  cioè  i più alti  con più di 626 punti in Lettura, di 607 punti in Matematica e di 633 punti in Scienze.

In media nei paesi OCSE il 16.3 % degli allievi ottiene livelli elevati in almeno una delle aree di competenza di PISA, ma un allievo può essere molto bravo in una competenza, senza esserlo necessariamente nelle altre. La Svizzera registra per esempio una delle percentuali più elevate di eccellenze in Matematica (24.1 %), ma solo una percentuale media in Lettura (8.1 %) o in Scienze (10.7 %). La stessa cosa si osserva in alcune paesi dell’Asia del Sud-Est, soprattutto in Corea, Hong - Kong (Cina),  Macao (Cina), Shanghai (Cina),  Singapore e Taipei, dove la probabilità di trovare degli allievi molto bravi in Matematica è considerevolmente più elevata di quella di trovarne allo stesso livello in Lettura e Scienze.

L’eccellenza in tutte le materie è rara. In media, nei paesi OCSE gli allievi molto bravi in tutte le aree di competenza  sono circa il 4%  Le femmine sono in percentuale (4,4%)superiori ai maschi (3.8%).
Gli eccellenti solo in matematica sono il  5%, in Lettura l’ 1,6%, nelle  Scienze l’ 1,2%. In Lettura e Matematica siamo all’ 1,2% in Lettura e Scienze allo 0,8% . I non eccellenti in nessun dominio sono l’83,7%.

Gli eccellenti si trovano dappertutto, ma la loro percentuale varia considerevolmente. Si va dal 14,6% di Shanghai e 12,3% di Singapore, a valori fra l’8 ed il 10% in Australia,  Finlandia, Hong-Kong (Cina), Giappone e Nuova Zelanda fino a percentuali inferiori al 1 % in Cile, Messico, Turchia ed altri paesi.

La percentuale degli allievi eccellenti varia sensibilmente fra i paesi che hanno una media simile. A titolo di esempio, Corea e Singapore hanno livelli di performance media  relativamente simili,  ma mentre il 12 % degli allievi di Singapore è eccellente, solo il 7% dei coreani è dello stesso livello. Ugualmente, circa il 5 % degli allievi, sia in Estonia che negli Stati Uniti, Francia e Svezia sono eccellenti, mentre, in termini di risultati medi, gli Stati Uniti, la Francia e la Svezia ottengono risultati inferiori all’Estonia.

Per fare fronte alla domanda crescente di elevate competenze da parte delle economie del 21° secolo basate sulla conoscenza , i sistemi educativi debbono accrescere il numero dei loro allievi eccellenti.
Come mostrano i risultati di PISA, con risultati medi simili, i paesi non hanno tutti la stessa capacità di formare allievi eccellenti in tutte le materie.

In Italia

Quello delle eccellenze è un problema  in Italia  molto discusso.
Sulla base delle valutazioni internazionali dovremmo concludere che non ne abbiamo, in particolare al Sud.

Infatti i quindicenni italiani che si collocano in PISA al livello 5 e 6 nelle diverse aree sono nel nostro paese una percentuale deludente e nella classifica internazionale presentata nel grafico esplicativo del Focus siamo ben sotto la media OCSE, collocati alla metà del girone dei mediocri.

Le valutazioni internazionali, e fin qui anche quelle nazionali INVALSI, si fermano ai 15 anni , tenendo soprattutto  sottocchio le capacità di base di ogni cittadino. Tuttavia male ci parla della presenza a casa nostra di eccellenze la scarsa percentuale di risposte alle prove aperte (quelle di livello 5 e 6) che costantemente si riscontra nel nostro paese. Male comune ai paesi latini, come ad esempio la Francia, che ha in forme attenuate lo stesso problema e rispetto al quale le scusanti ovvero  motivazioni addotte sono che i giovani francesi sono scarsamente abituati ad argomentare in prima persona e che preferiscono tacere piuttosto che sbagliare. Atteggiamento magari poco “democratico” ed un po’ passatista, ma  non  necessariamente in antitesi con l’essere in effetti eccellenti.

D’altra parte c’è chi in Italia tumultuosamente argomenta che i nostri giovani diplomati e o laureati all’estero mettono alle corde i coetanei più blasonati come paese con le loro conoscenze ed anche competenze.
E’ un mistero da approfondire. Le risposte possono essere tante e di diverso segno: gli item sono volti a testare solo un livello medio, i nostri non si sprecano in prove che gli insegnanti svalorizzano, maturano più tardi ma meglio nelle loro capacità di espressione autonoma.

Questi brillanti nostri giovani all’estero possono anche essere una élite estremamente minoritaria che, come in tanti paesi sottosviluppati, convive con una larga massa di medio-basso dotati e corrisponde alle caratteristiche antropologiche di un paese di individualisti. E’ da ricordarsi sempre peraltro che, giunti alla quinta somministrazione, è palese che parlare di Italia in PISA è assolutamente improprio: i paesi sono due con un altro pezzo a metà (il Centro) e l’analisi sopra proposta si attaglia particolarmente al Sud. Urgono indagini ed approfondimenti che giungano a delle ipotesi esplicative, perché questo nodo irrisolto rischia di indebolire nel nostro paese la credibilità delle valutazioni standardizzate esterne.

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