2006-2008 E OLTREFRA TAGLI BIPARTISAN, STOP AND GO E ANCORA STOP! |
XV Legislatura (28 aprile 2006 - 6 febbraio 2008)
Governo Prodi II |
La politica del cacciavite e il nuovo rinvio della riforma della secondaria
All'inizio del suo mandato il ministro Fioroni dichiarò che non avrebbe buttato a mare la riforma Moratti, ma avrebbe proceduto usando il metodo del cacciavite.
Cominciò con la sospensione della riforma del 2° ciclo, che doveva andare in vigore nell'a.s. 2007-2008, e proseguì con una graduale ma costante azione di "svitamento" e "avvitamento"
A Fioroni si devono:
1) la commissione mista negli esami di maturità;
2) il tentativo di superamento dei debiti con il ripristino di pseudo esami di riparazione;
3) l'obbligo d'istruzione a 16 anni; un provvedimento confuso che: a) includeva nell'obbligo solo le "sperimentazioni" della formazione professionale (non risolvendo alla radice l'eterna diatriba con la sinistra ferma all'obbligo "scolastico" e alla ghettizzazione della formazione professionale intesa come "vile addestramento"), b) non riconosceva, per lo stesso motivo, la valenza più avanzata del morattiano "diritto-dovere" all'istruzione fino a 18 anni;
4) le Indicazioni delle competenze per i due anni conclusivi dell'obbligo;
5) le nuove Indicazioni per scuola dell'infanzia e 1° ciclo;
Le ultime due riforme non hanno visto la luce
Lo scempio degli istituti professionali frutto di un miope statalismo
Sulla legge 40/2007 siamo ripetutamente intervenuti, sottolineando la duplice valenza del provvedimento:
1) positiva per i tecnici, sottratti alla licealizzaione,
2) assolutamente negativa per i professionali che vengono omologati ai tecnici, privati della qualifica triennale, mantenuti nell'alveo statale, ulteriormente staccati dalla formazione professionale, con l'approfondimento di gerarchizzazioni, sprechi e dispersione. Si perde ancora una volta la storica occasione di un forte rilancio e valorizzazione di TUTTO il comparto tecnico professionale comprensivo della formazione professionale .
Questa operazione è, come tante volte abbiamo sottolineato, il frutto di un radicato, inestirpabile, miope statalismo.
Per mantenere gli istituti professionali nell'alveo statale e scongiurare la riforma Moratti che, in base al nuovo Titolo V, ne prevedeva il passaggio alle Regioni, Fioroni, ha dovuto privarli del percorso triennale di qualifica e del diploma quadriennale. Ma non solo, a questo punto ha esplicitamente stabilito che tutti gli indirizzi professionali di cui esistano corrispondenti negli istituti tecnici saranno soppressi. Un'operazione che penalizzerà le fasce più deboli. La consegna di tutti i percorsi triennali di qualifica e quadriennali di diploma alla sola formazione professionale, butta a mare l'immensa ricchezza di attrezzature ed esperienze professionali di questi istituti, ben sapendo che in molte parti d'Italia la FP è pressoché inesistente o comunque affidata al privato anche a fine di lucro, nonostante questa ipotesi sia negata dalla citata legge 21 dicembre 1978, n. 845 . Si sa inoltre, per esperienze fatte in Regioni come l'Emilia Romagna, che i percorsi integrati scuola-formazione professionale comportano rilevanti spese aggiuntive.
Perché nessuno è intervenuto di fronte a questo scempio?
Perché questa operazione soddisfa gli interessi di tutti:
degli insegnanti e dei dirigenti scolastici degli istituti professionali che non vogliono essere regionalizzati e separati da tutto il restante personale docente e dirigente rimasto in capo allo Stato,
dei Centri di Formazione Professionale che vedono ampliarsi a dismisura le loro possibilità di intervento,
del ministero che si riappropria degli istituti che gli stavano sfuggendo,
dei sindacati scuola che mantengono inalterato il loro potere.
C'era un altro modo, molto semplice, di risolvere il problema e "mettere tutti pari", ed era quello di applicare la Costituzione, trasferendo alle Regioni tutto il personale di tutte le scuole di ogni ordine e grado, senza discriminazione alcuna.