1968 - 1987

20 ANNI DI PROVVEDIMENTI PARZIALI

TRA MOVIMENTO DEGLI STUDENTI ('68) E DEGLI INSEGNANTI ('87)

 V legislatura (5 giugno 1968 - 28 febbraio 1972)

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Fiorentino Sullo M. Ferrari Aggradi

Facilitazioni, equiparazione della durata dei percorsi, liberalizzazione degli accessi universitari 

 

La V legislatura, nel clima nuovo determinato dai moti del '68, vide l'approvazione di una serie di provvedimenti che di fatto cambiarono completamente le premesse di riforma. Nel 1969 entrarono in vigore:

1) i nuovi esami di maturità (legge 5 aprile 1969, n.119), che videro la soppressione de lla sessione autunnale di riparazione, la riduzione all'osso delle materie (due prove scritte e due orali scelte dal candidato), l'introduzione del criterio dell'opzione sia per lo scritto (4 titoli per la prima prova), sia per l'orale

2) i percorsi quinquennali per gli istituti professionali

3) la definitiva quinquennalizzazione dei magistrali e artistici (Legge 27 ottobre 1969,n.754)

4) e soprattutto la liberalizzazione degli accessi e dei piani di studio universitari (legge 11 dicembre 1969, n. 910)

La rivendicazione dell'unitarietà dei percorsi

Riccardo Misasi

Il 1970 fu l'anno del famoso convegno di Frascati. Il convegno fu fortemente voluto da Aldo Visalberghi che, d'intesa con il CERI-OCSE, pensò di fare confrontare un gruppo di esperti italiani con un gruppo di esperti internazionali.

Il Convegno si chiuse con l'approvazione dei famosi 10 punti di Frascati, che contenevano soluzioni che saranno a vario titolo oggetto di progetti di leggi negli anni seguenti. Il documento si apriva con questa premessa:

"La scuola secondaria superiore deve costituire una struttura unitaria articolata nel suo interno tramite un sistema di materie e attività comuni, altre opzionali e altre ancora elettive, tali da permettere un progressivo orientamento culturale in direzioni specifiche. L 'asse pedagogico comune assicura, in forme non rigide, una preparazione linguistico-logico-matematica e tecnologico-scientifica e un'apertura critica sui problemi storico-sociali . Le scelte individuali lo integrano senza compartimentazioni cristallizzate"

Conteneva inoltre molti dei temi rimasti a lungo nel dibattito sulla secondaria:

•  la distinzione fra formazione culturale e formazioni professionalizzanti che comunque dovevano cominciare non prima della fine del biennio comune ed essere demandate a soggetti esterni alla scuola, alle Regioni;

•  La conclusione del percorso della scuola secondaria superiore al diciottesimo anziché al diciannovesimo anno di età;

•  l'abolizione degli esami di riparazione e l'introduzione dell'orientamento;

•  la formazione universitaria degli insegnanti e la loro riqualificazione in servizio;

•  la parteciapzione studentesca e delle famiglie e delle autonomie locali;

•  il diploma finale unitario con menzione dell'orientamento seguito;

•  il radicamento degli istituti nei comprensori di riferimento

Riccardo Misasi tentò di adottarli per portare in porto la riforma. Avviò un'ampia consultazione con le associazioni degli insegnanti e altri enti, ma la sua legge ponte fallì nel 1971.

Fu allora nominata la Commissione Biasini, dove erano rappresentate tutte le forze politiche (ad eccezione del MSI), con l'incarico di formulare una proposta organica di riforma delle superiori. La Commissione concluse i propri lavori nel 1972 e per la prima volta prese corpo nelle sedi ufficiali un'ipotesi di "scuola comprensiva", una scuola cioè con struttura unitaria, articolata al suo interno in un sistema di materie comuni, opzionali ed elettive e completamente estranea a finalità professionali. La fine della legislatura giunse prima che una legge organica potesse essere presentata alle Camere.

Nel 1972, il Pci presentò una sua proposta di legge, con la sua richiesta di fondo: il carattere unitario della secondaria superiore (art. 1 "La scuola secondaria superiore si articola in un corso biennale ed in un corso triennale ed ha carattere e struttura unitaria; sostituisce perciò tutti i cannali diversi e separati d'istruzione previsti dalle leggi vigenti dopo la scuola media inferiore") . La proposta non andò nemmeno in discussione per la fine della legislatura.

VI legislatura (25 maggio 1972 - 1 maggio 1976)

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Governo Andreotti II Governo Rumor IV Governo Rumor V Governo Moro IV Governo Moro V
Franco Maria Malfatti

I decreti delegati del 1974

Nella VI legislatura le croci continuarono a costellare il cammino della riforma. Fallirono Scalfaro e Malfatti, il ministro che comunque portò in porto gli storici decreti delegati In un clima di perdurante contrapposizione ideologica.

Nella prima metà degli anni '70 le proposte di riforma della secondaria furono almeno 5.

 

VII legislatura (5 luglio 1976 - 2 aprile 1979 )

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Governo Andreotti III Governo Andreotti IV Governo Andreotti V
Mario Pedini

Il tentativo più condiviso di riforma e la legge sulla formazione professionale

La VII legislatura vide 9 proposte di legge e un progetto governativo

Ci si mosse per ottenere un testo unificato, che fu raggiunto nella VII Commissione della Camera: un grandissimo risultato. Il 28 settembre 1978 il disegno di legge fu approvato dalla Camera ( A.C.1275 ) anche con i voti del PCI, ma non passò al Senato per la fine della legislatura, ma anche per l'improvviso ripensamento del senatore Codignola e dei socialisti.

Nel 1978 venne però approvata la legge 21 dicembre 1978, n. 845 (legge quadro in materia di formazione professionale) con procedura rapida dal Parlamento e con largo consenso. La legge definì le competenze regionali in materia di formazione professionale. Purtroppo venne sancito il dualismo, mai risolto e costantemente sostenuto da destra e sinistra, fra "formazione professionale" regionale e "istruzione professionale" statale. Gli Istituti Professionali, cresciuti e consolidati nell'alveo della più generale istruzione statale, si schierarono risolutamente contro la propria regionalizzazione. Fu una legge per molti aspetti innovativa che t endeva a saldare il sistema della formazione professionale con quello scolastico, ma si trattò di un'operazione fallita. La legge 40/2007 ha approfondito ulteriormente il solco fra istruzione e formazione professionale, omologando l'istruzione professionale a quella tecnica, anziché ricomporla con la formazione professionale, e dare pari dignità all'insieme dei percorsi.

VIII legislatura (20 giugno 1979 - 4 maggio 1983)

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Governo Cossiga Governo Cossiga II Governo Forlani Governo Spadolini Governo Spadolini II Governo Fanfani V
Guido Bodrato

 

 

Nella VIII legislatura (maggioranza centro-sinistra) si ebbero almeno 5 progetti di legge della secondaria

Fu nuovamente redatto e approvato dalla VII Commissione un testo unificato (27 luglio 1982).

La Camera dei deputati approvò il nuovo testo, che venne trasmesso al senato dove l'operazione nuovamente fallì.

 

IX legislatura (12 luglio 1983 - 28 aprile 1987)

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Governo Craxi Governo Craxi II Governo Fanfani VI

Al via le sperimentazioni

Franca Falcucci

 

 

La IX legislatura vide il fallimento della proposta Falcucci, già approvata al Senato.

Dopo i tantissimi tentativi falliti, crebbe la convinzione che fosse più opportuno procedere con interventi parziali sui vari indirizzi scolastici.

Così la IX legislatura fu caratterizzata dallo sviluppo delle sperimentazioni, istituzionalizzate dai decreti delegati del 1974, molte delle quali saranno sperimentazioni assistite.

 

La legislatura si concluse con la grande manifestazione spontanea degli insegnanti: il 25 maggio 1987 a Roma in 100.000 rivendicarono salari più dignitosi.


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